Festival di Roma 2014: Takashi Miike incontra il pubblico

Takashi Miike è un personaggio dotato di un fascino particolare. Aldilà della sua storia (è uno dei registi preferiti di Tarantino, e i due, come buoni amici si regalano cameo a vicenda nei rispettivi film, per la gioia dei fan e dei cinefili) Miike è un regista che negli ultimi 20 anni ha realizzato quasi 100 film.

 

Molte di queste pellicole sono materia di venerazione per i giovani fan che si sono radunati oggi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante il Festival del cinema, per seguire la Masterclass del regista, che il giorno prima ha ricevuto il Maverick Directing Award. Si parte con il parlare del suo ultimo film, As Gods will, presentato al Festival, un Battle royale in cui a decidere della vita e della morte dei protagonisti sono delle teste Daruma, incarnazione di divinità giapponesi.

Come spesso è capitato nella filmografia del regista, anche questo titolo è tratto da un manga.

'As the Gods Will' Photocall - The 9th Rome Film FestivalDa dove viene l’ispirazione per As Gods will?

Conoscevo questo fumetto; è un manga molto famoso. Per noi giapponesi i manga sono importanti, questo in particolare ha avuto tantissimo successo. Qui avete visto un anteprima mondiale, ancora non so come verrà recepito in Giappone. A me piace il cinema tradizionale, adoro Kurosawa ma amo anche fare pellicole per le nuove generazioni, per fare in modo che ci sia anche qualche eredità moderna per loro. Per questo mi piacciono i manga.

Lei è sempre stato molto libero nella realizzazione dei suoi film, che rapporto ha con la censura?

A Tokyo nell’ufficio preposto alla censura cinematografica ci sono tutti quei cineasti che non hanno avuto successo, e quindi usano quel lavoro per vendicarsi!

A parte gli scherzi, credo che la censura sia utile, è giusto dare delle regole per ciò che può essere visto e da chi. Non vorrei mai che mia figlia vedesse Ichi the killer adesso che ha meno di quindici anni, la voglio proteggere ovviamente dalla violenza.

So di fare film molto violenti, ma perchè mi piace essere libero di esprimere quello che voglio. Soprattutto sono in questa possibilità quando il budget è limitato, lì in quei casi, nessuno ti controlla.

Vi racconto un aneddoto: quando anni fa mi chiamarono per realizzare un episodio di Masters of horror negli Stati Uniti, mi dissero che avrei avuto ogni libertà di espressione ,che non c’erano limiti né per le scene di sesso, né per la violenza. Bene, è andata a finire che Imprint, il mio episodio, non è mai andato in onda, perchè la rete lo trovò eccessivamente violento e disturbante, e questo è successo in quel posto che si definisce la terra della libertà!

Molta critica dice che in diversi suoi film sembrano esserci omaggi al cinema italiano, è così?

Quando ero giovane in televisione c’erano sempre i film spaghetti-western, e mi piacevano, li trovavo molto divertenti, e per questo poi mi ha divertito fare Sukyiaki western Django, che effettivamente è un omaggio a questo genere. Oltre a questo, mi piacciono anche Fellini e Pasolini, quindi direi che il vostro cinema per me è molto importante.

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