Intervista a Elio Matassi, professore di docente di Filosofia all’Università Roma Tre

Elio Matassi“Nella mia riflessione sullo statuto dell’identità digitale ho utilizzato alcuni romanzi contemporanei che possono essere piegati e declinati a grandi metafore di ciò che sta avvenendo con la svolta impressa dal digitale.” A parlare è il Professore Elio Matassi, docente di Filosofia Morale e Estetica Musicale all’Università di Roma Tre. “Dei romanzi che ho preso in considerazione, per due sono già stati acquistati i diritti per la trasposizione cinematografica. Il primo, tradotto liberamente dal tedesco, Il quinto giorno – il titolo originario Der Schwarm (lo sciame) è senza alcun dubbio più incisivo – è dello scrittore contemporaneo Franz Schätzing. Il secondo romanzo in questione è Transmission del giovane scrittore di origine indiana Hari Kunzru, tradotto in italiano con La danza di Leela, in cui viene narrato l’incontro impossibile e romantico tra una splendida diva del cinema, Leela, e un giovane hacker, Arjun. E infine – conclude –  il terzo romanzo, Monna Lisa Cyberpunk di William Gibson, il grande racconto della Babele del XXI secolo, dove a contrapporsi al super potere scientifico-tecnocratico è uno sparuto gruppo di esseri umani, in particolare una donna, la bellissima Monna Lisa, le cui lontane origini affondano probabilmente nella terra di Lucania.”

 

-La sua inclinazione accademica però è la Filosofia, cosa la spinge ad inoltrarsi anche nel mondo del cinema, della letteratura?

“Io insegno filosofia ma credo che questa sia una disciplina che deve andare al passo con i tempo cui essa appartiene. Fino alla seconda metà del ‘900, anche fino al 1992, la filosofia si è concentrata sul linguaggio verbale. E’ diventata filosofia del linguaggio, perdendo di vista tutto ciò che appartiene alla vita quotidiana. Negli ultimi anni però la filosofia si è approcciata anche ad altri linguaggi non verbali, in particolare alla musica che ha un codice e una sintassi ed esprime, pur senza comunicare verbalmente.”

-In che modo, come ha detto, la filosofia si approccia al reale di oggi?

“Ho un blog che curo personalmente. Parlo del ruolo del calcio nella società, del rapporto che un padrone ha con gli animali domestici. La filosofia per sopravvivere si deve occupare di cose contemporanee altrimenti muore! Aristotele parlava della tragedia perché all’epoca quello era il linguaggio popolare, e attraverso di lui la filosofia ha prosperato e il linguaggio tragico da popolare è diventato classico. Solo rimanendo al passo con i tempi e con gli argomenti che toccano la vita degli uomini la filosofia può sopravvivere.”

-La musica ha quindi un ruolo fondamentale nel suo studio della filosofia.

“Certo, la musica è un’espressione. Io stesso faccio parte di un’associazione che si preoccupa di invogliare i giovani e giovanissimi ad avvicinarsi alla musica. L’uso del pc ottunde la memoria, mentre con la musica e la capacità di suonare uno strumento si crea un antidoto a questo fenomeno.”

-Nel cinema la musica è molto importante, conferisce ad un film la ‘quarta dimensione’ veicolando l’aspetto emozionale del film stesso.

“Io stesso ho scritto un libro che si intitola Ragghianti e il cinema come arte figurativa, in cui andando incontro alla definizione di cinema come arte figurativa sottolineo come chi ha definito per primo tale il cinema ha ugualmente considerato la musica come fondamentale veicolo per la comunicazione cinematografica”.

-Lei ha parlato di linguaggi non verbali, il cinema può essere considerato tale e quindi per questo oggetto di studio filosofico?

“Assolutamente, il cinema come diceva Deleuze è immagine – movimento, e aggiungo io, con una vocazione musicale, ed è senza dubbio un moderno e nuovo tipo di linguaggio. Un linguaggio con una vocazione musicale. E’ difficilissimo pensare ad un film senza nessun momento, anche breve, in cui non ci sia musica, io personalmente la metterei dappertutto, e c’è chi riesce ad usarla anche a teatro!”

-Quindi si interessa anche del legame molto forte che c’è tra cinema e musica?

“Sicuramente, a testimonianza di ciò ho in programma dei convegni che come tema avranno proprio la musica nel cinema. E’ un progetto che mi sta molto a cuore e che credo andrà in porto nella prossima primavera, ad aprile.”

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