Sofia Coppola a Roma presenta The Bling Ring

Sofia CoppolaQuando sono venuta a sapere dei fatti accaduti volevo dare uno sguardo a ciò che accade nel nostro Paese e mostrarlo. Fare un film così può aituare a fare luce sulla situazione della gioventù americana“. A parlare è Sofia Coppola, questa mattina a Roma per presentare il suo ultimo film, The Bling Ring, in cui racconta proprio un fatto realmente accaduto, che ha visto protagonisti alcuni adolescenti che tra il 2008 e il 2009 si sono introdotti in diverse case di star a Hollywood trafugando ogni tipo di oggetti, abiti, scarpe e gioielli per la smanie di possedere quelle cose che fanno grandi le starlette sui tappeti rossi.

 

-E’ cambiato qualcosa nel panorama sociale delle celebrity dal 2008, inizio della crisi socio economica, ad oggi?

Per quello che so, l’ossessione per il mondo delle celebrity è cresciuto. Non credo che la crisi abbia avuto un grosso impatto, il fenomeno mi sembra aumentato. Ero molto interessata a questo aspetto perchè sembra stia toccando vette assurde, diventando un vero problema … La storia che ho voluto raccontare parla anche del rapporto con la famiglia. Non volevo fare una generalizzazione ma i ragazzini raccontati nel film hanno una famiglia assente” .

– Dalle Vergini suicide a Bling Ring: si tratta sempre adolescenti, ma cosa è cambiato nel frattempo? Sono due aspetti della stessa medaglia?

Le protagoniste del film di allora erano innocenti, questi assolutamente no. Sono due epoche diverse e a me interessava raccontare cosa sta accadendo adesso. Sono curiosa di sapere come andrà a svilupparsi questa cultura pop nei prossimi anni, forse ci sarà una reazione e si tornerà indietro. Per me questa storia ha un che di fantascientifico perchè vedere ragazzi che seguono questo tipo di cultura per me è stato sorprendente, ma ci sono anche ragazzini normali, che crescono in maniera normale … Per i giovani si parla sempre di una mancanza di valori, questa storia parla di estremi e volevo mostrare questa estrema voglia di partecipare alla vita dei vip in questa maniera malata, questa loro voglia di condividere a tutti i costi“.

-Si è detto che i ragazzi sono stati molto insieme prima delle riprese, e anche che li ha fatti entrare di nascosto un una casa.

E’ vero, abbiamo trascorso del tempo insieme perchè si sviluppasse l’idea di gruppo. Tra le cose che abbiamo fatto c’è stato farli introdurre in case di altre persone di nascosto, ma si trattava della casa di un mio amico, che si è prestato al gioco.

-Il film non coinvolge emotivamente, siamo sempre distanti da questi ragazzi.

Volevo che il pubblico li seguisse ma che mantenesse un certo distacco emotivo. Tra di loro questi ragazzi sono legati solo dalla passione per gli oggetti delle star. Non volevo creare un legame con lo spettatore, perchè neanche loro sono reciprocamente lagati”.

-Dove ha osservato il mondo degli adolescenti per raccontarlo così nel film?

“Ho parlato con la giornalista che ha pubblicato l’articolo su Variety, poi la figlia di una mia amica mi ha aiutata con lo slang e ho letto trascrizioni delle interviste. Ho incontrato alcuni dei protagonisti della storia e così poco per volta ha costruito il mondo intorno a loro insceneggiatura”.

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