Per oltre sei decenni, la musica dei Beach Boys è stata una parte indelebile della storia americana. Le loro brillanti armonie trasmettevano verità semplici attraverso arrangiamenti musicali sofisticati e pionieristici. I Beach Boys hanno trasceso la loro musica e sono arrivati a rappresentare la cultura californiana. Hanno offerto ai fan di tutto il mondo un passaporto per sperimentare l’amore, l’esuberanza giovanile e la cultura del surf.
Disponibile dal 24 maggio su Disney+, The Beach Boys (qui il trailer) è una celebrazione della leggendaria band che ha rivoluzionato la musica pop e dell’iconico e armonioso sound che hanno creato, incarnando il sogno californiano e affascinando i fan per generazioni.
In occasione della presentazione alla stampa internazionale del film, abbiamo raccolto le dichiarazioni dei protagonisti, Mike Love e Al Jardine, di Frank Marshall, produttore e regista, e di Thom Zimny, che ha firmato la regia del documentario con Marshall.
“Sono cresciuto a Newport Beach, a sud di Hawthorne, dove stavano crescendo i Beach Boys – ha esordito Frank Marshall – E io ero totalmente preso dal surf e dalla musica da surf. Sono andato al Rendezvous Ballroom con Dick Dale. Ma a quei tempi quella musica era davvero determinante. E ricordo il giorno in cui ascoltai per la prima volta Surfin’ dei Beach Boys, e mi resi conto che aggiungevano dei testi importanti a quella che sentivo essere un sacrosanto tipo di musica da surf con cui i surfisti ballavano. E ora c’era qualcuno che aggiungeva dei testi a quella musica. Quindi è stato piuttosto bello. E poi, adesso è il momento giusto per un documentario sui Beach Boys perché è l’inizio dell’estate.”
Marshall ha lavorato al progetto da fan dei Beach Boys, dunque, che con la loro musica è in qualche modo cresciuto. Ma non è da meno Thom Zimny, che ha raccontato che questo progetto per lui è stato un sogno che diventava realtà: “Ho avuto la possibilità di lavorare con Frank su un altro film e questa è stata un’opportunità straordinaria. Quando crescevo nutrivo davvero un amore molto profondo per questa musica, dato che provenivo dalla costa orientale, quindi ne ho avuto una versione diversa. Ma lavorare con questa squadra e anche solo passare del tempo nelle profondità del caveau e trovare queste cose, è stata un’esperienza straordinaria perché in molti modi era il mio sogno diventato realtà. Ho amato questa band crescendo e mi sono profondamente legato a tutte queste persone come artisti. Quindi, sono davvero onorato di farne parte.”
Dal 24 maggio su Disney+ The Beach Boys
Del quintetto originale del gruppo, Mike Love e Al Jardine hanno partecipato in maniera attiva al progetto. Entrambi hanno avuto modo di raccontare come mai hanno scelto di partecipare a The Beach Boys.
“Per me è un vero onore – ha commentato Al Jardine – Poco fa abbiamo festeggiato il nostro 60esimo anniversario. E sembra essere il momento giusto perché tutti abbiamo avuto un’esperienza così ricca cantando tutte quelle fantastiche armonie e semplicemente condividendo quel viaggio, divertendoci moltissimo a suonarne diverse – siamo piuttosto fortunati perché nel corso dei decenni, i nostri fan sono cresciuti, sono aumentati, c’è stato quasi un ricambio generazionale. E ora possiamo dire di Potter vantare un range di età che va dagli 8 agli 80! Con questo film facciamo appello proprio a quelli.”
Per Mike Love invece non è stato affatto difficile accettare: “Voglio dire, la Disney vuole fare un documentario sulla tua carriera e sulla tua musica. È un’opportunità fenomenale in questa fase della nostra carriera avere questo tipo di meravigliosi riconoscimenti da parte di così tante persone che hanno messo a disposizione tutte le loro competenze tecniche e il loro lavoro per questo documentario. Sono onorato e felice che ciò stia accadendo. Coincide con il cinquantesimo anniversario dell’album Endless Summer. Quindi, davvero, è quasi miracoloso che, oltre 60 anni dopo aver iniziato, cantiamo queste canzoni e otteniamo una grande risposta e un grande apprezzamento. Non abbiamo altro che gratitudine, sento che è una grande benedizione avere questo documentario in questo momento.”