Tito e gli alieni, la conferenza stampa del film di Paola Randi

Tito e gli alieni

È stato presentato oggi a Roma alla Casa del Cinema il film Tito e gli alieni, opera seconda di Paola Randi, in sala dal 7 giugno. Presenti alla conferenza stampa anche i produttori Angelo e Matilde Barbagallo, e i tre protagonisti del film, Valerio Mastandrea e i giovani esordienti Luca Esposito e Chiara Stella Riccio.

 

“Questa è una giornata importante, – esordisce il produttore Angelo Barbagallo, della Bibi Film questo è un film a cui teniamo moltissimo. È un film che ha richiesto tanto impegno e che ha appagato le nostre aspettative. Tutti insieme abbiamo raggiunto, dal nostro punto di vista, un buon risultato nella ricerca di un nuovo dialogo con il pubblico. E’ un’opera che coniuga qualità e originalità, in tutte le sue componenti.”

Il film nasce da esperienze personali. – aggiunge poi la regista Paola NardiNell’ultima parte della sua vita mio padre ha iniziato a perdere la memoria. Un giorno lo trovai in casa seduto a guardare la foto di mia madre, scomparsa anni prima. La guardava intensamente per cercare di conservarne il ricordo. Da qui è nata l’immagine di un uomo nel deserto con delle cuffie sulle orecchie, seduto accanto ad un’antenna puntata verso il cielo, in cerca della voce di sua moglie nei suoni dell’universo. Come si fa a trovare un antidoto al dolore della perdita? È a partire da questa domanda che il film ha avuto origine”

Tito e gli alieni

Prendendo parola, Valerio Mastandrea dichiara di essersi innamorato da subito del progetto. “L’aspetto poetico di questo film mi colpì moltissimo quando lessi la sceneggiatura. Non mi interessava il modo in cui lei voleva raccontare il film, ma il contenuto. Paola non è solo una regista, è una vera e propria artista.”

Tito e gli alieni segna il debutto cinematografico dei due giovanissimi attori Luca Esposito e Chiara Stella Riccio, scelti tra centinaia di bambini e ragazzi. “Durante le riprese non sapevamo quale sarebbe stato il finale, nel copione non era presente, e quando siamo arrivati a quel punto è stato un vortice di emozioni. – sostiene con emozione Luca  Esposito – Mi sento fortunato ad aver fatto questo film, ad avere lavorato con Paola, Valerio e Chiara.”. “E’ stata un’esperienza surreale, come vivere in una favola. – aggiunge Chiara Stella Riccio – L’atmosfera sul set rispecchiava perfettamente il tono che si cercava di dare al film, e questo mi ha aiutato a sentirmi ancora più coinvolta dal tutto.”

Per il film Mastandrea si è trovato a misurarsi con un personaggio complesso, che l’attore descrive come “uno che mantiene vivo un ricordo di una persona che non c’è più in maniera assolutamente critica. Questo gli impedisce di accettare la perdita e di vivere il presente. È uno che dorme, ma che viene poi svegliato. Vorrebbe rimettersi a dormire, ma capisce che l’essere stato svegliato è la miglior cosa che gli sia capitata.”

Il film arriva a otto anni di distanza dalla prima opera della Randi, Into Paradiso. La regista e i produttori giustificano questa lunga assenza dichiarando che “ il soggetto di Tito e gli alieni era pronto già nel 2011. Ci siamo presi molto tempo per scrivere la sceneggiatura affinché funzionasse a dovere. Dovevamo poi risolvere il problema di come affrontare la storia attraverso il genere fantascientifico. Una volta superato il processo di scrittura ci abbiamo messo del tempo per trovare i giusti interpreti e le giuste location, e infine altrettanto lungo è stato il periodo di post-produzione. Il film è frutto di grande impegno e pazienza. È stata una lavorazione lunga, ma ne è valsa la pena.”

Tito e gli alieni

Parlando di fantascienza, viene naturale chiedersi quali siano stati i modelli di riferimento per Tito e gli alieni, e a questa domanda la regista risponde dichiarando di essere una grande appassionata del genere, “in particolare di Carlo Rambaldi. Il tipo di fantascienza a cui desideravo rifarmi è appunto quella degli anni ’70 e ’80. È una fantascienza vintage, perfetta per parlare di ricordi.”

La regista ci tiene poi a ricordare il compositore Fausto Mesolella, venuto a mancare durante la lavorazione a cui il film è dedicato. “Fausto è stato un grandissimo musicista. Le sue composizioni sono state fondamentali per il film, generano un’atmosfera unica, e di questo gli sarò sempre grata.”

All’immancabile domanda, rivolta a Valerio Mastandrea, riguardo lo stato del cinema italiano, l’attore risponde: “Problemi ce ne sono sempre, ovvio, ma fortunatamente ci sono dei risvegli artistici e creativi nel nostro cinema che danno modo di esplorare nuovi orizzonti. Il merito è di registi e produttori giovani, che non si arrendono e ce la mettono tutta per portare novità di cui tutti abbiamo bisogno. Grazie a loro un rinnovamento del nostro cinema è possibile.”

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