Voyage of Time 2Dopo decadi di gestazione, Terrence Malick ha messo la parola “fine” al suo progetto se non più ambizioso, almeno più discusso e chiacchierato, Voyage of Time: Life’s Journey, documentario che arriverà in sala nella doppia forma classica e IMAX.

 

Il film è stato presentato al Festival di Venezia 73 nella sezione del concorso, e a parlarne sono intervenuti Grant Hill e Sophokles Tasioulis, produttori fiduciosi che hanno affiancato Malick nel processo creativo complicato e lungo del film.

Questo documentario è un viaggio emotivo, emozionante, ma si basa anche sulla ricerca scientifica. Siamo abituati a produrre documentari e di solito lavoriamo con degli scienziati che si approcciano agli strumenti cinematografici. In questo caso abbiamo avuto un grande maestro del cinema che ha parlato con cosmologi, astronomi, scienziati. In questo modo Terry ha dato corpo alla sua visione con delle immagini affascinanti. Importante è stato anche il lavoro con il formato, che ci ha aiutati a mettere in scena determinate intenzioni ma ha anche rallentato molto la sua produzione.

Voyage of Time: nuovo trailer del doc di Terrence Malick

“Non abbiamo avuto mai nessun dubbio nei confronti del progetto o di Terrence. E se anche l’avessimo avuto, la sua dedizione e la sua energia ci avrebbero dissuaso. Siamo riusciti a realizzare alcune cose solo di recente, anche per questo il film ha avuto una produzione così lenta.”

Il film sarà, come anticipato, distribuito in due formati differenti, e naturalmente non si tratterà dello stesso documentario ma per il formato panoramico in IMAX è stata messa a punto una versione completamente diversa da quella presentata alla Mostra in cui la voice over narrante sarà quella che Brad Pitt, che figura anche trai produttori.

“Per Terry realizzare un film è come comporre una canzone. Si rivede, si riascolta, si lavora con le voci, con i dialoghi. Per questo film poi c’è stato un doppio lavoro per la versione in 45 minuti in IMAX. Nel caso della versione cinematografica abbiamo avuto a disposizione la voce di Cate Blanchett, che ha raccontato una storia legata all’emozione delle immagini. Per l’IMAX invece c’è Brad Pitt, che ci è sembrato più adatto perché è voce di un cut scientifico e razionale, con immagini diverse. Questo rispecchia anche le diverse intenzioni dei due formati. Lo scopo delle due versioni è inoltre completamente diverso, dal momento che il film tradizionale sceglie di raccontare in maniera specifica, mentre l’IMAX mostra, grazie allo schermo più grande, più cose contemporaneamente e in questo modo anche la fruizione dello spettatore è diversa, dal momento che l’immagine diventa quadro da scrutare e analizzare.”

Sulla necessità di coniugare tempi di produzione e esigenze artistiche, i produttori hanno spiegato: “I lunghi tempi di produzione non implicano per forza anche costi estesi, perché Terry non è mai andato fuori budget, nonostante le lunghe attese per il montaggio e la produzione di un film. Per Voyage of Time poi, il tempo era fondamentale, perché il montaggio ha richiesto tempo, ma anche le riprese in sé. Per un tipo di film del genere era inevitabile.”Voyage of Time

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