Le sorelle Coulin (registe anche di The Quiet Son) superano la prova a pieni voti con un’opera al confine tra realismo e film adolescenziale. Il loro 17 Ragazze parla di un gruppo di giovanissime donne che stabilisce all’unanimità di rimanere incinta: “Così ci sarà qualcuno che ci amerà incondizionatamente. Per sempre”. Tale è l’input di partenza, un filo conduttore che accompagnerà lo spettatore entro il flusso che unisce ognuna di loro. Un’ondata di freschezza e di aspettativa traboccante giovinezza.
“A diciassette anni non si è maturi, si sogna e si ha un’energia enorme. Nessuno può fermare una ragazza che sogna”, queste le parole di una di loro. Sono compatte e irremovibili contro un mondo di adulti già disilluso che è stato incapace di infondere alcuna sorta di speranza. I grandi tentano di trovare il bandolo della matassa di fronte ad una ribellione tanto assurda, tanto folle, che – paradossalmente – arresta la loro irrefrenabile voglia di spiccare il volo. Ma forse è proprio questo il punto: ritrovare un contatto intimo e vero con sé, col proprio corpo e con il senso autentico della vita.
Le amabili protagoniste di 17 Ragazze
Le due registe traggono spunto da una storia realmente accaduta e decidono di ambientarla nella loro piccola città di origine nel nord della Francia, Lorient, che, ironia della sorte, si affaccia sull’Atlantico: spazio sconfinato di vita, ma anche segno della limitatezza dell’uomo. Ma l’arco di età ricalcato da Delphine e Muriel Coulin possiede già in sé il desiderio di valicare i confini, ed è ciò che meglio riesce: lo sguardo della macchina da presa non vuole né analizzare, né comprendere un presunto “problema”.
Con sequenze brevi e sospese, primissimi piani e dettagli ingranditi, tra profondi silenzi nelle colorate camerette, e cori scomposti a squarciagola in macchina, emerge una prova attoriale genuina e spiazzante delle protagoniste, tra le quali c’è anche chi non ha mai messo piede su un set. L’unica volontà dell’occhio narrante è mostrare un’epoca splendida inserita in un’altra più impietosa: quella di oggi.
La tensione della vivacità di quegli anni riuscirà a partorire quella libertà così agognata? Poco importa. È di per sé tutto già sufficiente così com’è, per esplorare e ricordare ciò che ognuno di noi conserva nella sua più sorridente memoria. In una fetta di vita gustata da chiunque sappia cosa significhi vivere, ma senza timore della vita, e credere, fino in fondo alle proprie viscere, che ogni cosa sia realmente possibile e meravigliosa “insieme, solo noi, ci aiuteremo e non dovremo più sentire “rifai il letto e lava i piatti“.
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17 Ragazze
Sommario
Con sequenze brevi e sospese, primissimi piani e dettagli ingranditi, tra profondi silenzi nelle colorate camerette, e cori scomposti a squarciagola in macchina, emerge una prova attoriale genuina e spiazzante delle protagoniste. Così le due registe ottengono il risultato di offrire un racconto appassionante che denuncia però una complessa realtà.