Albert Nobbs (Glenn Close) è un compassato e timido cameriere che serve con ligio attaccamento alla professione in un albergo di lusso della Dublino del XIX secolo. Albert Nobbs è sempre preciso, pulito, puntuale, cortese, ordinato, ha tutto ciò che un cameriere deve avere per essere apprezzato nel suo mestiere, ma Albert possiede anche un segreto: è una donna. In maniera delicata e discreta veniamo a conoscenza del suo passato: orfana di nobili, cresce con una donna che la lascia a 14 anni e così lei quasi per gioco si traveste da cameriere per lavorare.
La messa in scena funziona così bene che la ragazzina la protrae per tutto il resto della sua vita, entrando definitivamente nei panni di Albert Nobbs, ma l’incontro con il signor Hubert Page (Janet McTeer) sconvolge la sua vita e apre ad Albert un mondo di possibilità che lui/lei non aveva mai sognato prima.
La difficoltà di essere donna
Albert Nobbs che vede alla regia il colombiano Rodrigo Garcìa, si presenta come un affresco garbato ed intelligente della vita in un albergo: cameriere pettegole, amori clandestini, camerieri ubriaconi, e segreti. Il più oscuro di tutti è proprio custodito a Albert che riscuote ammirazione e rispetto nei suoi colleghi e che porta avanti la sua vita come una missione. La presentazione di tutte le varie parti in gioco è condotta con bravura dal regista che però fatica a far andare avanti la storia nella parte centrale, un po’ impantanata nella stramba situazione sentimentale che si viene a delineare nel film.
Nell’ultima parte invece, al posto di far precipitare gli eventi in maniera brusca, il regista mantiene questo tono lento e riflessivo che impreziosisce un finale non sorprendente ma giusto, e come tutta la pellicola, molto delicato.
Quello che però rappresenta il film è anche e forse soprattutto una questione di identità, di ricerca di un futuro migliore, di lotta per la sopravvivenza e al giorno d’oggi, dove il travestimento transgender viene visto come una scelta libera anche se spesso ancora criticata, diventa qui una sofferta costrizione per la sopravvivenza in una società difficile, quasi impossibile da affrontare, per una donna sola. Albert, di cui non sapremo mai il nome vero da donna, ha un sogno che lo/la aiuta ad andare avanti, ma un sogno per il domani può ripagare una vita di menzogna e solitudine? Albert lo scoprirà a sue spese.
Glenn Close padrona di Albert Nobbs
Ovviamente un tale prodotto è stato reso fattibile dalla presenza nel cast di straordinari attori e Glenn Close, nei panni di Nobbs, detta legge su tutti: senza trucco, senza protesi, senza camuffamenti di sorta, la Close è un perfetto maggiordomo che lascia sfuggire appena un senso di malessere, una velata malinconia che lo pervade. Nel cast insieme a lei ci sono Mia Wasikowska, Brendan Gleeson, Aaron Johnson e soprattutto Janet McTeer, sorprendentemente brava.
Albert Nobbs è candidato a tre premi Oscar, tra cui Miglior attrice protagonista Glenn Close e Miglior attrice non protagonista Janet McTeer. In genere l’Academy premia le trasformazioni di questo tipo e chissà che questa volta la bravissima Close riesca a spuntarla contro l’attrice di ferro, Meryl Streep in The Iron Lady!
Albert Nobbs
Sommario
Glenn Close la fa da padrona in un film che si basa tutto sulla sua straordinaria interpretazione. Circondata da altri grandi attori, che impreziosiscono il lungometraggio, questo appare talvolta sbilanciato salvo arriva infine ad una conclusione composta e toccante.