Caravaggio – l’anima e il sangue, recensione del documentario su Michelangelo Merisi

Caravaggio – l’anima e il sangue

Il 19, 20 e 21 Febbraio la sala cinematografica diventa museo e offre la possibilità agli spettatori di ammirare Caravaggio – l’anima e il sangue, distribuito da Nexo Digital in 340 sale. Il film documentario, prodotto da Sky con Magnitudo Film, racconta la vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, dagli inizi a bottega, fino alla turbolenta vita romana e alla misteriosa morte sulle coste campane.

 

Nel raccontare una biografia tradizionale, il regista Jesus Garces Lambert sceglie di integrare testimonianze di studiosi e riprese d’archivio con momenti performativi interpretati dall’attore Emanuele Marigliano, il corpo di Caravaggio, e altri invece recitativi, letture intense ed evocative di Manuel Agnelli, che invece è la voce del pittore.

Il personaggio Caravaggio è un uomo “cinematografico” nel senso che la sua stessa vita si presta al racconto e al romanzo, data la tempra fumantina e passionale che caratterizzavano il soggetto. Tuttavia, a questo temperamento umorale, il pittore accostava una fortissima poetica tesa a rappresentare il reale, nella sua più brutale verità. La concentrazione massima per il soggetto ha dato vita agli sfondi caravaggeschi deserti, piatti, in cui la figura balzava quasi da un pozzo oscuro sul primo piano del quadro.

A questo concetto si associa anche la manipolazione della luce, lo studio in cui Caravaggio realizzava le sue opere, l’occhio completamente nuovo, moderno, con cui il grande artista si approcciava al lavoro su tela, una tela che nella sua idea doveva diventare sempre più grande.

Per realizzare Caravaggio – l’anima e il sangue, Lambert ha avuto a disposizione tutta la migliore tecnologia cinematografica in circolazione; le riprese sono state infatti effettuate in 8k (7680×4320 pixel) con il formato Cinemascope 2:40. Il risultato consente di ammirare i quadri in tutta la loro estensione, consentendo alle forme caravaggesche di balzare fuori dallo schermo, assumendo profondità. Proprio dai dettagli partono le analisi, i racconti, i singoli “capitoli” del film su ognuno dei grandi quadri del pittore. Solo dopo aver raccontato nel dettagli, da vicino, l’obbiettivo di allontana e mostra allo schermo e allo spettatore l’immagine tanto nota del quadro di volta in volta oggetto dell’analisi.

caravaggioQuesto metodo consente allo spettatore di cogliere qualcosa di nuovo in pitture che fanno parte del tessuto culturale comune, come la Testa di Medusa, celebre dipinto su uno scudo e immagine scelta per il manifesto del film, forse per l’assonanza di quell’espressione feroce e sofferente con la vita del Caravaggio stesso.

Il racconto geografico di Michelangelo Merisi, dalla nascita, a Roma, Napoli e poi la Sicilia e di nuovo Napoli, verso Roma, si sposa e si alterna con il corpo scultoreo di Marigliano e la voce roca e affascinante di Agnelli. Nella sua classicità, il documentario Caravaggio – l’anima e il sangue restituisce una rappresentazione articolata della vita del pittore, tesa da una parte al nozionismo e al racconto puro, elemento tipico del genere documentaristico, e dall’altra impegnato nella drammatizzazione di una vita eccezionale, fatta di anima e sangue.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
caravaggio-lanima-e-il-sangue-recensioneNella sua classicità, il documentario Caravaggio – l’anima e il sangue restituisce una rappresentazione articolata della vita del pittore, tesa da una parte al nozionismo e al racconto puro, elemento tipico del genere documentaristico, e dall’altra impegnato nella drammatizzazione di una vita eccezionale, fatta di anima e sangue.