Cenerentola: recensione del film con Cate Blanchett

richard madden

La bontà e la gentilezza di Cenerentola tornano sul grande schermo, per raccontarci la storia della giovane donna, costretta a far da serva nella sua stessa casa, e destinata a diventare una principessa. Cenerentola, diretto da Kenneth Branagh, porta sul grande schermo la storia classica, costellandola di piccoli ammodernamenti, piccole modifiche e qualche elemento decisamente interessante, ma rimanendo prevalentemente fedele al classico Disney e, in alcuni momenti, persino in alcune inquadrature, ricostruendo dal vero le celeberrime immagini che hanno accompagnato l’infanzia di tanti bambini.

 

L’emulazione, in questo caso, non è però un difetto, visto che pur rimanendo fedele alla storia originale, Branagh racconta delle vicende perfezionate e approfondite in alcuni momenti, in modo tale da renderci chiara l’origine del buon carattere della protagonista, oppure da dove viene la cattiveria di Lady Tremaine. Oltre a dare finalmente giustizia al misterioso principe Azzurro senza nome della fiaba cinematografica classica, il film non fa neanche a meno dei piccoli amici a quattro zampe della protagonista.

Cenerentola

Insomma il regista costruisce un racconto che si serve al meglio del materiale di partenza e lo sfrutta con grande intelligenza aggiungendo dettagli che rendono l’esile trama classica più articolata e più adatta a un lungometraggio.

La Cenerentola del 2015 è un’opera autonoma e sarà sicuramente una gioia per gli occhi e per il cuore di chi è bambino adesso e di chi è pronto a ritornarlo per questi 90 minuti ricchi di magia. L’unico difetto che potrebbe riscontrarsi nel film è proprio il tono condizionato da un target estremamente giovane di piccole aspiranti principesse. Nonostante questo, il film dà soddisfazione anche ai grandi, con una cattivissima Cate Blanchett, che, con buona pace di chi sta dalla parte dei buoni e anche grazie ai suoi straordinari costumi, riesce a mettere in ombra sia la bella Cenerentola, interpretata da Lily James, sia l’affascinante principe azzurro, un Richard Madden che sembra uscito proprio da una favola con il suo sorriso smagliante e i suoi grandi occhi azzurri e sinceri.

CenerentolaIl messaggio che manda questa moderna Cenerentola però non riguarda i sogni; il suo motto non è più “i sogni son desideri”, ma “sii gentile, sii coraggiosa”, uno stile di comportamento che non può che essere bene accolto, soprattutto considerando il ricevente del messaggio e la necessità che c’è nel mondo di oggi di gentilezza e tolleranza.

Certo, tutta questa messa in piazza della bontà a tutti i costi mina un po’ il valore drammaturgico del film, ma questo si rifà con una massiccia dose di magia, merito della Fata Madrina di Helena Bonham Carter, e con un buon utilizzo della CGI che farà sognare tutte le spettatrici che sognano un abito da favola, come quello della protagonista.

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