Cosa mi lasci di te: recensione del film con KJ Apa

Il film, basato sull'omonimo romanzo edito in Italia da Fabbri Editori, sarebbe dovuto arrivare in sala il 19 marzo.

Cosa mi lasci di te

Amore, fede e musica, sono questi gli ingredienti principali di Cosa mi lasci di te (titolo originale I still believe) che sarebbe dovuto arrivare nelle sale italiane il 19 marzo, ma vista l’emergenza sanitaria, è disponibile direttamente in streaming su Prime Video, dal 17 aprile.

 

Cosa mi lasci di te: l’ispirazione del film

Il lavoro racconta la vera storia del musicista Jeremy Camp, icona americana della musica cristiana, che a suon di ballate dalle influenze rock professa la propria fede e la diffonde nel mondo. La sua vita è contraddistinta da un incontro e da una storia d’amore che lo hanno segnato per sempre, tanto che l’ha voluta raccontare in un libro – Cosa mi lasci di te, edito in Italia da Fabbri Editori. La storia poi è approdata sul grande schermo grazie ai fratelli Andrew e Jon Erwin, che l’hanno diretta, scegliendo KJ Apa (Riverdale) per interpretare il ruolo del protagonista.

La trama

Jeremy (KJ Apa) arriva all’università con la sua chitarra e il sogno di diventare un musicista. Mentre questo inizia a realizzarsi, incontra Melissa (Britt Robertson), se ne innamora e decide di sposarla. Nonostante entrambi siano giovanissimi e lei sia affetta da un male incurabile. Lui compone le sue canzoni, deciso a starle accanto in qualsiasi circostanza, ma lei rischia di non arrivare neppure al matrimonio a causa dell’aggravarsi della malattia. Tuttavia, un evento che ha del miracoloso regala ai due ragazzi un altro scampolo di vita insieme, consentendo loro di vivere un intenso, anche se breve, sogno d’amore e felicità, prima dell’inevitabile epilogo. Senza Melissa Jeremy avrà ancora la forza di credere e di cantare?

Il romanticismo in Cosa mi lasci di te

Cosa mi lasci di teAl netto di una pesante cappa di retorica – quella per intenderci che fa sì che il padre, interpretato da Gary Sinise, si rivolga al figlio chiamandolo “figliolo” con frasi del tipo: “Vai e scrivi la tua storia”, o “la vita non è piena nonostante le delusioni, ma grazie ad esse” – condita dal patriottismo di bandiere a stelle e strisce che sventolano dai portici, il film è l’emblema dell’amore romantico, una storia per teenager sull’amore che supera i confini del tempo e dello spazio ed è in grado di superare anche il confine estremo, la morte. Per dare corpo a questa vicenda – e riescono a farlo in maniera convincente –  i registi hanno scelto il giovane KJ Apa, noto per essere stato il protagonista della serie tv Riverdale, e Britt Robertson, interprete di serie come Life unexpected e film quale il fantasy Disney Tomorrowland. Due attori amati dai teenager, che si ritrovano insieme dopo Qua la zampa! di Lasse Hallström.

Tuttavia, il film non è solo un prodotto per adolescenti innamorati dell’idea stessa dell’amore, specie se eterno, da tenere incollati allo schermo con una storia che sembra una favola, anche se non proprio dal lieto fine, con una congrua scorta di fazzolettini a portata di mano.

Religione e fede in Cosa mi lasci di te

Perché trarre un libro e poi un film da una storia così personale, così intima? Inequivocabilmente, oltre che una storia d’amore, il film è un elogio e una professione di fede cristiana inattaccabile, che vacilla, ma non crolla neanche sotto i colpi della prova più dura. Centrale è l’idea che questa storia possa essere d’esempio per altri, che possa cambiare la vita di qualcuno, anche solo di una persona, magari facendola avvicinare alla fede.

Cosa mi lasci di teQuello che accade alla protagonista Melissa è una sorta di miracolo. L’altro “miracolo”,poi, consiste nel vedere tutta la California unita in preghiera a Jeremy Camp per aiutare Melissa a superare la malattia. Anche la fama di cantante d iCamp, oltre che essere dovuta al suo talento musicale, sembra indissolubilmente legata a questa vicenda personale che pare aver appassionato l’America. Quello stesso talento, il successo, sono presentati come frutto della fede e strumento di essa. A suggello di tutto questo, alcune immagini finali del vero Jeremy Camp e delle sue esibizioni. I still believe e Walk by faith, tratte dall’album Still, hanno ottenuto un enorme successo negli Usa. Il cantante  ha vinto molti premi e venduto più di 5 milioni di album.

Una visione di questo tipo ha l’evidente limite di risultare poco coinvolgente per quanti non ne condividano i presupposti, sebbene ponga di fronte a interrogativi universali. Su tutti, come è possibile affrontare la morte? Come ci si prepara? Se c’è qualcosa che questo lavoro lascia anche a chi ha superato l’adolescenza e non è a suo agio col concetto di fede, è proprio che si può in qualche maniera trovare il coraggio di affrontare anche la morte – la prova più difficile, più estrema che un essere umano possa affrontare – se non si è soli, grazie all’amore o all’affetto incondizionato delle persone care.

Prodotto da Kingdom Studios e distribuito in Italia da Notorious e Prime Video, il film è visibile in streaming su questa piattaforma dal 17 aprile.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Scilla Santoro
Articolo precedenteInfinity: tutte le novità di giugno
Articolo successivoBirds of Prey arriva in digitale dal 21 maggio
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
cosa-mi-lasci-di-teAmore, fede e musica, sono questi gli ingredienti principali di Cosa mi lasci di te (titolo originale I still believe) che sarebbe dovuto arrivare nelle sale italiane il 19 marzo, ma vista l'emergenza sanitaria, è disponibile direttamente in streaming su Prime Video, dal 17...