La storia è
scritta dai vincitori, si dice, ma spesso i vincitori non dicono la
verità, e qualche volta chi dovrebbe far venire alla luce questa
discrepanza non è disposto, o non è in grado, di smascherare ‘le
bugie dei vincitori’. Forse è questa la chiave di The
Lies of the Victors, quarto lungometraggio del
regista tedesco Christoph Hochhäusler, che porta
al Festival di Roma 2014, nella sezione Cinema d’Oggi, la pellicola
che viaggia sulle frequenze del cinema politico, pur raccontandolo
dal punto di vista della stampa, con le sue imperfezioni e anche
con il suo potere.
Fabian Groys, giornalista d’assalto di un settimanale politico, gode di grande libertà perché le sue storie vendono. Dopo aver fallito uno scoop riguardante l’esercito tedesco, il direttore gli affida una giovane tirocinante. Fabian, che non sopporta di lavorare in coppia, la incarica di seguire quello che si presenta come il classico servizio da tabloid: un uomo si è suicidato gettandosi nella fossa dei leoni dello zoo. Grazie alla caparbietà della ragazza, emergono indizi che permettono di pensare che il caso cui stava lavorando Fabian e la morte dell’uomo siano connessi.
The Lies
of the Victors manca clamorosamente il
bersaglio: un film che si muove sul limite tra vero e falso, che si
fonda su ritmi da thriller, che dovrebbe farci appassionare alla
causa e agli avventurosi protagonisti, si rivela invece confuso,
contorto, dispiegando una narrazione difficile da decifrare ed uno
stile registico forzosamente ricercato e invadente.
Eppure i temi che si prova a ‘scomodare’ sono importanti e di attualità, come il potere della stampa, appunto, un potere immenso che contribuisce a formare l’opinione pubblica, oppure la classica contrapposizione tra singolo vessato dalla potente multinazionale. Argomenti di peso, di grande attualità, che si risolvono in situazioni banalizzate dalla continua necessità di mettere in mostra l’aspetto glamour di una storia che poteva senza dubbio farne a meno.
Il principale peccato di The Lies of the Victors è però la mancanza di chiarezza, l’incapacità della storia di farsi seguire e la mancata capacità di coinvolgere lo spettatore in una vicenda potenzialmente molto interessante.