Giorni d’estate, recensione del film con Gemma Arterton

L'esordiente Jessica Swale confeziona una sceneggiatura astuta, aperta ad interpretazioni delicate e al contempo seducenti.

Giorni d'estate Gemma Arterton

In arrivo nelle sale italiane il 25 agosto, Giorni d’estate (Summerland) è un film della regista Jessica Swale, con Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw e Lucas Bond protagonisti. La giovane Jessica Swale si era già fatta un nome nel teatro inglese, vincendo l’ambito Laurence Olivier Award per la sua commedia Nell Gwynn, alla quale ha lavorato sempre con Mbatha-Raw e Arterton, che sta tra l’altro per essere trasformata in un lungometraggio. Con Giorni d’estate, suo primo lungometraggio che ha scritto e diretto, ha invece ricevuto il BAFTA JJ Writers’ Fellowship nel 2012, convertendosi rapidamente in un nome di spicco tra i registi esordienti.

 

Giorni d’estate, la trama: una “gravidanza” inaspettata

In Inghilterra, durante la Seconda Guerra Mondiale, molti bambini vengono evacuati dalle città e inviati in piccoli villaggi presso famiglie locali che si prendono temporaneamente cura di loro. Quando Frank (Lucas Bond), uno di questi bambini, arriva a casa di Alice (Gemma Arterton), una scrittrice solitaria perseguitata da una passata storia d’amore, lei è riluttante ad accettarlo. A poco a poco, però, man mano che si conoscono, l’innocenza e la curiosità di Frank aprono il cuore di Alice, permettendole di svelare ricordi e sentimenti che pensava di aver dimenticato. La nostra protagonista di renderà presto conto che le ferite possono guarire e che la speranza e le seconde possibilità esistono. Insieme scopriranno di avere in comune molto più di quanto immaginassero e che, a volte, lasciar correre la fantasia può condurci in luoghi che non avremmo mai pensato potessero esistere.

Il racconto di Giorni d’estate è immerso in un’estetica che nuota tra il fantastico e il realistico. Di conseguenza, la direzione artistica ha sì sviluppato una messa in scena che ricrea il momento storico in cui il film è ambientato, ma concentrandosi sugli universi narrativi che ne vengono proposti all’interno e su quell’ingenuità fuori e dentro dallo schermo che trasporta il pubblico in quegli specifici ideali. La fotografia sfrutta al meglio gli esterni, che danno vera vita al film, evocando i miti e le leggende citati, una parentesi “artistica” che si contrappone efficacemente alla cornice della Londra in guerra.

Un cast diretto splendidamente

La sceneggiatura di Giorni d’estate si avventura anche nella rivendicazione dell’omosessualità femminile, evidenziando le difficoltà che il XX secolo poneva nei confronti di tutto ciò che non era socialmente non accettato. Se a questo aggiungiamo il cuore di un bambino bisognoso di affetto, troviamo gli elementi giusti per realizzare un dramma con un chiaro aspetto ideologico e che punta direttamente alle corde dello spettatore.

Giorni d’estate supera quelle che potrebbero porsi come formule convenzionali di sceneggiatura grazie a una produzione meticolosa, attenta ai dettagli e all’atmosfera, alla personalità di ogni inquadratura e sequenza e, soprattutto, a un lavoro efficace con un cast impeccabile. Il film di Swale è un incantevole gioco di equilibrio tra passato, presente e futuro, narrato dal presente di Alice, con occasionali salti soprattutto in un passato che vuole dimenticare. Ogni filo gioca su diversi tropi familiari di altri film d’epoca queer, armonizzandoli per raccontare un tipo diverso di narrazione.

Non c’è quindi da stupirsi che Gemma Arterton, se da un lato ha dentro di sé l’ironia e l’amarezza tipica dello humor inglese, dall’altro contrappone questa inclinazione a un’umanità e a una sensibilità che estrapola al suo personaggio attraverso l’espressività. Essendo la colonna portante della storia, mantiene questa intensità scenica per tutto il film, umanizzando il suo ruolo in misura notevole. In questo modo, riesce a entrare in contatto sia con il pubblico che con il resto dei suoi compagni. L’altro protagonista principale è Lucas Bond, che interpreta Frank. Nonostante la giovane età, ha già realizzato diversi progetti, ma con questo film emana un’energia speciale, che si fonde perfettamente con quella della Arterton. Gugu Mbatha-Raw, invece, appare in alcuni frangenti ricorrenti nel corso del film, ma in ogni scena lascia trasparire un’eleganza e un romanticismo naturali che la rendono eccezionale.

Il “Summerland” di Alice

Basandosi sul termine Summerland, un luogo immaginario della mitologia wiccan, la regista e sceneggiatrice Jessica Swale articola in Giorni d’estate un manifesto personale e per nulla pretenzioso che, riafferma la singolare alleanza tra la causa LGTBIQ+ e la filosofia New Age. E’ interessante notare che Summerland è originariamente stato distribuito nelle sale statunitensi nel 2020, anno che aveva già accolto un altro film d’epoca queer di successo, Ritratto della Giovane in Fiamme di Céline Sciamma, premiato a Cannes e ambientato nella Bretagna del 1770.

Swale dà vita a una storia drammatica ambientata geograficamente e mentalmente in un luogo assolutamente idilliaco – le zone costiere di Dover, che non conoscono guerra e il Summerland, rifugio spazio-temporale dalle interperie storiografiche che vogliono minare non solo l’infanzia di tanti bambini, ma anche la crescita della bambina più grande di tutte, Alice, per cui l’isolamento a Dover diventa opportunità di apprendimento, di incontro con chi non pensava sarebbe mai stata in grado di instaurare un rapporto. E, soprattutto, di incontro con un pubblico che si innamorerà del suo personaggio, trasportandolo alto nella vastità narrativa del Summerland.

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