Not Okay: recensione del film su Disney+

Su Disney+ è possibile vedere Not Okay, film diretto da una giovane regista con Zoey Deutch e Dylan O'Brien.

Not Okay recensione film
(From L-R): Kirk White, Zoey Deutch and Mia Isaac in the film NOT OKAY. Photo by Nicole Rivelli. Courtesy of Searchlight Pictures. © 2022 20th Century Studios All Rights Reserved

Parlare di celebrità oggigiorno è decisamente complesso: bisogna tenere in considerazione tanti tipi di notorietà. La prima che ci viene in mente è quella così a portata di mano racchiusa nei social dentro al nostro smartphone. Quinn Shephard (Il sole a mezzanotte), attrice statunitense ventisettenne, debutta alla regia con Not Okay, un film che prova ad affrontare il tema della fama sui social in chiave satirica e pungente. Scopriamo i dettagli del lungometraggio, dal 29 luglio disponibile su Disney+.

 

Not Okay: di cosa parla il film

Danni Sanders (Zoey Deutch) è una ragazza che lavora come editor di foto per una rivista online ma sogna in grande: vuole diventare una scrittrice ed essere amata da un grande pubblico. Danni ha infatti davvero pochi amici. Nel tentativo di farsi notare da Colin (Dylan O’Brien), un influencer che sostiene campagne a favore della legalizzazione della cannabis, finge di dover andare a Parigi per un convegno di scrittori. Sfruttando le sue abilità di editor, posta sui social foto e video-montaggi di lei nei luoghi parigini. Inaspettatamente, durante il periodo di finto soggiorno di Danni, a Parigi scoppia un attentato.

Notando le attenzioni ricevute, Danni decide di continuare con la sua farsa e, spacciandosi per una sopravvissuta all’attacco, diventa sempre più famosa. L’equilibrio tra notorietà e menzogne non è affatto facile e l’invidia degli haters contribuisce a complicare i piani di Danni…

Una satira fin troppo sottile

Not Okay è un calderone pieno di tanti, troppi elementi. La trama è davvero densa per poco più di un’ora e mezza di film: si parla di social, fake news, attentati, armi, depressione, comunità LGTQ+,… Cercando di includere tutto, non si riesce a dare a nulla abbastanza peso. I temi sono affrontati con superficialità e i momenti più profondi devono per forza di cose essere rapidi e concisi. Guardando il film sembra proprio di navigare sui social: da un contenuto all’altro, da una storia alla successiva.

Un dramma ben mascherato
Not Okay Recensione film

Man mano che si procede con la visione del film, se ne possono apprezzare i tratti drammatici. Nonostante tutto, gli spunti di riflessione proposti da Shephard sono decisamente tanti e tutti attuali: si parla di ansia sociale, di solitudine, di notorietà, di adolescenza, di terrorismo. Va detto però che ogni argomento meriterebbe più spazio.

In effetti, non è facile attribuire un genere a Not Okay. È satirico? O è drammatico? È una commedia dalle tinte amare? È un teen movie? Ci sono alcune scene veramente ridicole, ai limiti del trash e non mancano le parodie sul tema della cannabis, degli influencer, dei gruppi di ascolto. Questi momenti sono intervallati da alcune parentesi toccanti che però risultano decontestualizzate. Sommando tutti gli elementi, non si capisce esattamente quale sia il messaggio di fondo e il tono della storia.

Un cast giovane e fresco

Gli interpreti di Not Okay sono giovani ma tutti abili nei propri ruoli. La protagonista Zoey Deutch è credibile e si muove bene nei panni della ragazza complicata, a tratti psicopatica ed egocentrica. Dylan O’Brien (Teen Wolf) è l’influnecer sfatto (e fatto) emblema di tanti soggetti che tutti noi abbiamo in mente. Entrambi gli attori interpretano alla perfezione gli stereotipi delle persone superficiali che, tra social e vestiti colorati, oggi sono ben identificabili.

Le ambientazioni colorate sono una nota aggiuntiva interessante di Not Okay: tutto appare finto e perfettamente allegro, proprio come i social vogliono farci credere. Anche in questo aspetto, Not Okay ricorda un altro film satirico e variopinto, così eccentrico da sembrare reale: Don’t Look Up (Adam MCKay). Lungometraggi come questi non possono che farci riflettere – e farci storcere il naso – sulle assurdità della realtà odierna.

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