Gli Sfiorati

Gli Sfiorati – Roma, giorni nostri. Mete (Andrea Bosca) è un giovane grafologo che da poco ha perso la madre spentasi dopo una lunga malattia. Il padre, andato via di casa anni prima, è in procinto di sposarsi con una donna spagnola da cui ha avuto una figlia, Belinda (Miriam Giovanelli). Suo malgrado Mete è invitato alle nozze che avranno luogo da lì a una settimana ed oltre a questo il padre chiede al ragazzo di ospitare nel frattempo l’estroversa sorellastra.

 

Belinda è una ragazza molto giovane ma incredibilmente sensuale e, a causa di una sorta di depressione, bivacca sul divano di Mete a guardare documentari fumando spinelli tutto il giorno. Mete è involontariamente investito da un’infatuazione che con i giorni assume i contorni di una vera e propria ossessione che lo porta a pensare a Belinda in ogni istante della sua giornata, sebbene egli faccia di tutto per evitarla. Bruno (Claudio Santamaria), suo amico e collega, formula una teoria scientifica e grafologica secondo la quale Belinda appartiene alla categoria degli “sfiorati”.

Gli “sfiorati” sono persone dotate di una sensibilità particolare che vivono più realtà insieme perdendosi spesso in esse e confondendosi in una personalità indeterminata. Anche Mete cadrà vittima in questo stesso limbo dal quale, dopo un’iniziale resistenza, non potrà e non vorrà più uscire.

La Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema presenta questo film diretto da Matteo Rovere e in uscita il prossimo 26 febbraio nelle sale italiane. Gli sfiorati è la trasposizione cinematografica di un romanzo che Sandro Veronesi scrisse negli anni ’80 e che la Fandango Libri ripropone con una nuova ristampa dal 23 febbraio.

Matteo Rovere si ripresenta alla regia con il suo secondo lungometraggio dopo essersi affermato e messosi in luce con una serie di “corti” molto apprezzati dalla critica. La storia affronta quelle emozioni e  quelle sensazioni che si presentano a noi in ogni momento della nostra vita; buona parte di esse noi le sfioriamo appena lasciandole cadere, perdere nel tempo sino a ridurle a semplici e vaghi ricordi, aliti di vento. Ma qualche volta queste emozioni, questi fremiti, che possono svilupparsi in vere e proprie ossessioni, vanno affrontate, vissute e non solo “sfiorate”, a scapito  delle relative conseguenze.

Gli SfioratiQuesto è quello che Mete ha il coraggio e l’incoscienza di fare, smettere di evitare la vita, di sfiorarla appena; egli decide di viverla sino in fondo pur temendone terrorizzato gli imprevedibili risvolti. L’ossessione per la sorellastra è sempre più forte e incontrollabile e cercare di vivere passandole accanto risulterà per lui impossibile.

Gli sfiorati è un film diretto con garbo e senza particolari eccessi dal giovane regista che ambienta la storia in una Roma un po’ ovattata e distante dalla realtà ma comunque bellissima. La trama si perde un po’ con il passare dei minuti dove ad un certo punto lo spettatore si chiede dove il film voglia condurlo forse anche un po’ annoiato dal volto inebetito del giovane protagonista che domina tutte le sequenze con fare svanito. La giovane Miriam Giovanelli è bella e provocante come la parte richiede, Santamaria convincente nei panni di un giovane padre con mille problemi da affrontare e che cerca di riportare il protagonista alla realtà.

Da segnalare la partecipazione di Asia Argento perfetta nell’interpretare una patetica ultratrentenne che dietro ad un’apparenza di successo e gratificazioni professionali nasconde una realtà di tristezza e solitudine; alla lunga, forse, il personaggio più convincente.

La sensazione è che il film non valga il romanzo o forse che il romanzo non presenti un soggetto adatto ad un film poichè in esso la storia smarrisce consistenza e non focalizza l’attenzione dello spettatore dove, desumiamo, Veronesi ha voluto condurre i suoi lettori.

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