I due presidenti: recensione del film con Michael Sheen

I due Presidenti

In I due presidenti nella seconda metà degli anni anni ’90, la Socialdemocrazia aveva raggiunto il suo massimo livello di potere, grazie a due leader politici al governo rispettivamente delle due principali superpotenze dell’epoca: Bill Clinton, Presidente degli Stati Uniti, e Tony Blair, Primo Ministro del Regno Unito. L’attuale recessione economica era ancora lontana, la Cina e l’India erano solo agli inizi della loro incredibile ascesa capitalista, il terrorismo islamico non era ancora esploso.

 

Il Mondo occidentale sembrava avere saldamente tra le mani il controllo sul resto del Mondo, trascinato da quei due Paesi i cui leader furono invidiati e imitati dai partiti di sinistra degli altri Paesi europei. A raccontarci tutto ciò ci pensa il lungometraggio di Richard Loncraine – regista inglese con altri 12 film all’attivo – dal titolo: “I due Presidenti”(titolo originale “The Special relationship”). Per la parte di Clinton, Loncraine si è affidato a Dennis Quaid, 56 anni, attore con un curriculum di ben 60 film: in quelli di esordio ha interpretato ruoli di personaggi in precario equilibrio morale; poi arrivò l’anoressia che lo ha tormentato nella prima metà anni ’90, fermando temporaneamente anche la sua carriera. Per poi ritornare soprattutto in film di fantascienza e visionari. Il ruolo di Blair, invece, Loncraine lo ha affidato a Michael Sheen.

I due presidenti: il film

I due Presidenti

Attore che malgrado la giovane età (41 anni) ha già ben 21 film alle spalle, più altri 5 in uscita (tra cui appunto il presente).  In realtà, Michael Sheen ha già interpretato altre due volte il ruolo di Blair, diretto però da Stephen Frears, il quale ha dedicato al leader britannico “The Deal” e “The Queen”. Del resto, Sheen ha avuto a che fare anche con altri presidenti americani, come in “Frost vs Nixon”, dove interpretò il giornalista “scomodo” Frost. I due Presidenti racconta il rapporto tra i due leader come fosse una relazione sentimentale, nella quale il delfino Tony s’infatua del più vecchio ed esperto Bill. Prende a vestirsi come lui, lo cerca al telefono nel cuore della notte, gli parla dal bagno, quasi in clandestinità, o dal talamo; pende irrazionalmente dalle sue labbra e gli si dichiara apertamente, citando la Bibbia, nel momento del bisogno.

Dall’altra parte dell’oceano, anche Clinton commenta con la consorte il fascino del nuovo alleato. Ma l’idillio tra i due subisce una brusca interruzione, causa lo scandalo Lewinsky che investe Clinton, e la successiva guerra in Kosovo, operazione militare che segna lo strappo definitivo.   Blair pugnalerà “alle spalle” l’amico-modello Clinton, con un discorso pubblico inaspettato, niente meno che sul suolo americano. Il modo in cui sono dipinti i due leader politici da questo film, è alquanto desolante e imbarazzante.

Blair viene bocciato dal punto di vista morale e politico, forse per aver seguito fin troppo Clinton. Un atteggiamento che sarà ancora più evidente con George Bush. Mentre il secondo è irriso dal punto di vista estetico, apparendo Quaid più un macchiettista e un caratterista, anziché un attore che interpreta seriamente e in modo coinvolgente il Presidente degli Usa. Ma in fondo, entrambi i giudizi che emergono sono forse quelli che gli americani e gli inglesi hanno provato verso i loro leader. Non a caso, il consenso nei confronti dei due calò visibilmente.

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