Arriva anche in Italia con un giorno d’anticipo rispetto agli USA I Frankenstein, adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel di Kevin Grevioux, che vede protagonista l’attore Aaron Eckhart nei panni di Adam, la creatura del Dottor Frankenstein di letteraria memoria.
In I Frankenstein 200 anni dopo la sua creazione, Adam, la creatura portata in vita dal dottor Frankenstein, vive ancora sulla terra, dove è in atto una lotta tra le forze del Bene e del Male: da un lato i demoni che vogliono conquistare la terra, dall’altro i Gargoyles che hanno giurato di proteggere l’umanità. Adam, dopo aver scoperto di possedere la chiave che potrebbe distruggere il genere umano, diventerà protagonista di questa guerra epica e spettacolare e dovrà decidere da che parte schierarsi. Con il supporto di una scienziata (Yvonne Strahovski), unico personaggio umano della storia, Frankenstein farà i conti con la propria coscienza e comprenderà finalmente l’essenza della sua natura.
I Frankenstein, il film
I produttori di Underworld riprovano a lanciare un franchise e una nuova storia dove l’eterna lotta tra bene e male si ripete ancora una volta sul grande schermo. Purtroppo per loro però I Frankenstein è solo la copia sbiadita di quel film che nel 2003 colpì per visione, atmosfere e concept, dando nuova linfa ad un genere in crisi. Oggi invece, I Frankenstein è piuttosto l’ennesimo e film d’atmosfere pseudo-gotiche uscito al cinema. Non basta una buona fotografia a fare un film. Infatti, uno dei limiti più grandi di questo pellicola è la sceneggiatura, scialba e prevedibile e arriva al limite del ridicolo in un finale caotico e incoerente con la natura stessa del racconto e con il personaggio da cui trae ispirazione. La sceneggiatura è priva di qualsiasi sequenza ricca di tensione o di suspence, che invece dovrebbero essere pane quotidiano per film con quest’ambizione.
Ma più di tutto, l’elemento che maggiormente delude del film diretto da Stuart Beattie è la CGI e il design dei gargoyle e dei vampiri, senza contare una fattura mediocre della computer graphic, che durante il film diventa un limite troppo importante per la credibilità di tutto l’impianto estetico rappresentato. Di conseguenza a nulla possono alcune scenografie affascinanti, e il cast di protagonisti, che nonostante tutto, rimangono credibile fino all’ultimo. Su tutti il protagonista Aaron Eckhart che riesce a rendere al meglio un personaggio tormentato dalla sua natura. Efficaci sono anche il grande Bill Nighy, sempre a proprio agio nei panni di un cattivo senza scrupoli, e all’affascinante Miranda Otto che interpreta qui Leonore, regina dei gargoyle. Nota positiva anche la bella Yvonne Strahovski che pure con un personaggio appena abbozzato, fa decisamente una bella figura.