Adattamento della pièce teatrale Le prènom (dalla quale era già stato tratto il film francese Cena tra amici), Il nome del figlio racconta le vicende di Betta (Valeria Golino), Paolo (Alessandro Gassman), Sandro (Luigi Lo Cascio), Simona (Micaela Ramazzotti) e Claudio (Rocco Papaleo), durante quella che si prospetta come la solita cena allegra tra amici ma che, a causa di una semplice domanda sul nome del figlio che Paolo e Simona stanno per avere, si trasforma in una sconvolgente serata che metterà in discussione le esistenze di tutti.

 

È un ritorno in grande stile quello della regista Francesca Archibugi che, a sei anni di distanza da Questione di cuore, si rimette in gioco dirigendo un’opera rilevante per la cura al dettaglio tecnico e sorprendente nella sua semplicità narrativa che, in realtà, nasconde delle connessioni, tanto assurde quanto veritiere, con la vita di ognuno di noi.

Francesca Archibugi confeziona una pellicola meticolosa, portando in scena le problematiche di un puzzle complicato in cui ogni pezzo è al suo posto: dagli ambienti (la casa è il vero cuore del racconto, conferendo al film un’impronta squisitamente teatrale) ai tempi di battuta, fino ad arrivare al magnifico quintetto di protagonisti. La sceneggiatura, scritta a quattro mani dalla stessa regista insieme a Francesco Piccolo, prende la commedia teatrale e il film francese per traslare modi di essere e stati d’animo che ci riguardano tutti e che prendono forma attraverso la sagacia dei dialoghi, il calore sprigionato dalle immagini e, soprattutto, l’armonia generata da un cast così diverso che riesce miracolosamente ad uniformarsi, contribuendo alla riuscita non solo dei ruoli, ma dell’interno film.

I protagonisti sono persone comuni, siamo noi sul grande schermo: quando siamo chi non vorremmo essere e quando vogliamo disperatamente essere qualcun altro. E se i maschietti fanno egregiamente la loro parte, sono le donne, alla fine, ad avere la meglio: Valeria Golino e Micaela Ramazzotti danno vita a due ritratti femminili straordinari che a poco a poco si svelano, e ai quali il pubblico si affeziona a mano a mano che la pellicola scorre e “la vita si complica”, regalando con i loro assoli i due momenti più intensi di una pellicola corale che riesce straordinariamente a elogiare non solo il tono recitativo collettivo ma anche quello individuale.

Il nome del figlio, in uscita il 22 gennaio, segna un ottimo inizio di stagione per il cinema italiano. Un atteso ritorno dietro la macchina da presa che parla di noi e della divisione che attraversa il nostro paese, e di come questa divisione non sia poi così lontana, ma si alberghi tra le persone che condividono la nostra vita, quelle stesse persone che prima amiamo e poi odiamo, ma alle quali non possiamo smettere di voler bene.

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RASSEGNA PANORAMICA
Stefano Terracina
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