Il re delle indie: recensione del nuovo documentario Prime Video

Disponibile dal 9 giugno in piattaforma.

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I docufilm permettono al pubblico di conoscere realtà nuove, di scoprire cose affascinanti sul mondo in cui viviamo; i veri documentari riescono a catturare l’attenzione dello spettatore, ed è ciò che riesce a fare al meglio Il re delle indie, disponibile su Prime Video. Il film, diretto dal giovane regista emergente Gaetano Maria Mastrocinque, presenta una delle più antiche tradizioni di Arezzo: la Giostra del Saracino. Protagonisti del documentario sono i grandi cavalieri delle passate edizioni, come Gianni Martino, e del presente, come Gabriele Innocenti.

 

Il re delle indie: la tradizione di un popolo

La Giostra del Saracino è un torneo cavalleresco molto antico, che affonda le sue radici nel lontano medioevo. La prima testimonianza riguardante la Giostra risalgono al 1260, mentre nei secoli a venire si ritrovano tante tracce riguardo al torneo in tante epoche differenti, fino al 7 agosto del 1931, prima ufficiale edizione della Giostra in età moderna.

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Nel torneo si sfidano i quattro principali quartieri di Arezzo: Porta Crucifera, Porta Sant’Andrea, Porta del Foro e Porta Santo Spirito. Ogni quartiere è rappresentato da due cavalieri; il duellante per vincere deve riuscire a centrare un tabellone attaccato allo scudo del Buratto (o re delle indie), un automa girevole.

In Il re delle indie vengono presentate nella prima parte dei video e testimonianze delle edizioni passate, mentre la seconda parte si focalizza sul torneo del 2019. Partendo da dieci giorni prima delle carriere, si presenta al pubblico il percorso di preparazione della città a tale evento e di ansia e trepidazione dei cavalieri in vista del torneo.

Il fascino della cultura popolare

Il re delle indie si presenta da subito come un documentario interessante, che mantiene l’attenzione del pubblico, grazie alle tecniche utilizzate ed alla particolare dedizione con cui è stato realizzato.

Si notano da subito l’utilizzo di varie tecniche che attirano l’occhio dello spettatore, tra queste lo split screen, di cui a tratti ne è stato quasi abusato. Nella prima parte del documentario vengono mostrati filmati delle passate edizioni, insieme alla testimonianza di Gianni Martino, cavaliere che detiene il record di lance d’oro.

A questi si aggiunge anche una certa attenzione ai particolari, primo fra tutti la scelta di un sottofondo musicale spesso teso, incalzante, il quale crea un sentimento di suspense nel pubblico. Inoltre, non mancano le riprese della stessa città di Arezzo, delle preparazioni della piazza al torneo, come anche dello stesso trepidante pubblico. Dei focus sono stati fatti anche su piccoli elementi che caratterizzano la Giostra del Saracino, come i vari costumi e la creazione, da un artigiano locale, della Lancia d’oro.

Una manifestazione tradizionale e sociale

Lo spettatore può legittimamente restare affascinato da come una tale tradizione sia giunta fino ai giorni nostri dal lontano Medioevo, e soprattutto perché viene data ad essa una tale importanza. La risposta è molto chiara: un torneo come la Giostra del Saracino, che affonda le proprie radici in un passato lontano, è parte stessa della cultura locale. Questo elemento viene reso chiaro in Il re delle Indie da come tutti i cittadini si riuniscano in occasione del torneo, tifando per il proprio quartiere, sentendosi realmente parte della propria città e della realtà sociale.

Ciò porta il pubblico ad una riflessione sull’importanza di manifestazioni del genere per sentirsi realmente parte del contesto cittadino. La Giostra del Saracino non è più un semplice torneo di origine medievale, bensì è un qualcosa di unico che caratterizza la città di Arezzo e che porta tutti gli aretini ad avere un senso di appartenenza verso le proprie origini e tradizioni.

Ciononostante, non sempre la Giostra è stata solamente un momento di convivialità cittadina. Come tutte le gare molto partecipate dal pubblico, anche qui si possono creare delle situazioni di conflitto, che possono sfociare in degli scontri di massa. Sia nei video delle passate edizioni, sia nel torneo del 2019, si sono creati dei momenti di caos; nel caso della Giostra del 2019 il motivo della tensione dipende dall’invasione della carreggiata da parte di un tifoso, che distrae il cavallo, rendendo la carriera inevitabilmente nulla e da ripetere.

Il re delle indie presenta la  Giostra del Saracino per quello che è, un’antica tradizione del popolo di Arezzo, che però ha le sue  luci e le sue ombre.

Sommario

Nonostante la tematica in se possa non risultare interamente appetibile ed interessante per il pubblico, il re delle indie risulta essere un documentario affascinante, che presenta al meglio la Giostra del Saracino.
Ilaria Denaro
Ilaria Denaro
Laureata in Scienze politiche e delle relazioni internazionali all'Università degli studi di Messina e studentessa di relazioni internazionali alla Sapienza, ha iniziato la propria attività da redattrice nella testata multiforme dell'Università di Messina, per poi entrare a far parte della redazione di Cinefilos nel 2022.

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Nonostante la tematica in se possa non risultare interamente appetibile ed interessante per il pubblico, il re delle indie risulta essere un documentario affascinante, che presenta al meglio la Giostra del Saracino.Il re delle indie: recensione del nuovo documentario Prime Video