Il Sesso Aggiunto: recensione del film con Myriam Catania

Il Sesso Aggiunto

Il sesso aggiunto, primo lungometraggio del regista e autore televisivo Francesco Antonio Castaldo, ripercorre la storia di un ragazzo sulla trentina, Alan (Giuseppe Zeno), tossicodipendente. Alan ha costantemente un’unica ragione di vita: l’eroina. È completamente invaso dal desiderio di stare con “lei”, di innamorarsi di “lei”, di possederla.

 

Come ogni altro tossicodipendente, trascorre le giornate alla ricerca della roba, prelevando soldi alla madre, povera e forse troppo comprensiva, e alla sorella che dimostra continuamente il suo affetto per lui. Ha un rapporto complicato con una ragazza più giovane di lui, anche lei tossicodipendente, Laura (Valentina D’Agostino), una relazione che ruota totalmente attorno all’eroina, che li sovrasta e comanda ogni loro azione. Poi c’è Nancy (Myriam Catania) l’ex ragazza di Alan, ex tossicodipendente appena uscita dalla comunità. Nancy sente il peso di averlo fatto cadere nella trappola della droga e vorrebbe aiutarlo, ma in realtà sta cercando qualcos’altro, adesso lui è diventato il tramite per farle raggiungere il benessere più atteso, il suo unico desiderio: l’eroina che “ride alle loro spalle, quando decidono di farne a meno”.

Il Sesso Aggiunto, il film

Così Alan, circondato da “lei”, che incarna ogni persona che gli sta vicino, “lei” che rappresenta la sua vita, i suoi sogni disillusi, si sente abbandonato dal suo “Dio” e ha sempre meno spazio per l’amore e per la vita nel suo cuore. Gradualmente, insieme alle azioni quotidiane per raggiungere l’estasi, l’estremo orgasmo grazie all’eroina, Alan ripercorre con noi, che lo assistiamo, i momenti più importanti della sua vita come se fossero presenti; egli compie un percorso di auto-psicoanalisi per ritrovare se stesso, per riconciliarsi con quel “Dio”, quell’amore che risiede dentro ognuno di noi, quella parte interiore più pura di ogni altra. Ed è questo amore, quello che risiede dentro il suo cuore, e non in quello di altri, che Alan trova quel coraggio che gli permette divivere, di nuovo e di sconfiggere la dipendenza più grande.

Un contributo onesto quello di Castaldo, come lui stesso ammette nel corso della conferenza stampa, per trovare un modo per far capire ai giovani e ai meno giovani che cos’è la tossicodipendenza. Ma il lavoro del regista non è così scontato, se così qualcuno può immaginarselo,egli intraprende un viaggio nel mondo interiore della tossicodipendenza, per parlare dell’amore. Perché di questo si tratta, di un film sull’amore. L’amore di una madre per un figlio già morto, al quale supplica di rinascere. Un amore universale che permette di superare ogni ostacolo che la vita ci pone di fronte. Il regista e il produttore Giovanni Madonna, hanno spiegato come l’esigenza di fare questo film sia nata dalle ultime statistiche che affermano il grande aumento dell’uso di eroina negli ultimi tempi: stiamo parlando dell’incremento del 40% negli ultimi due anni.

Un dato che fa paura, considerando gli effetti dell’eroina, effetti che rendono l’uomo, un vegetale, una nullità, un uomo che non vuole e non può avere alcuna responsabilità. Come dargli torto? La nuova generazione, senza voler generalizzare, rappresentata anche nel film, quando esce la sera, si cala qualsiasi pasticca e droga presente nel commercio e la mattina, per calmarsi e rilassarsi dall’eccessivo uso di anfetamine, etc, decide di fumarsi l’ero, quasi fosse un semplice sonnifero. L’unica differenza rispetto al passato è che mentre prima la decisione dell’uso dell’eroina derivava forse dai grandi fermenti culturali, e i giovani erano (quasi) spinti dal potere a farne uso per bloccare le loro eccessive inquietudini, oggi si vive la situazione opposta, è la mancanza di ideali, di entusiasmo, di valori, la rassegnazione e la disillusione, che porta all’eccesso e alla decisione di uscire da se stessi attraverso lo sballo.

In definitiva, Francesco Antonio Castaldo, ha realizzato un buon film, anche grazie all’aiuto di tre bravi attori, in particolare di Giuseppe Zeno che ha interpretato genuinamente e in maniera molto personale un personaggio complicato. Il sesso aggiunto è un film che deve essere visto da tutti, nonostante la sensazione di angoscia e tristezza che ti pervade dopo averlo visto, perché ci fa conoscere e ci mostra non quello che un tossicodipendente fa ma quello che un tossicodipendente è. Il film che non sarà vietato ai minori di anni quattordici e uscirà nelle sale delle principali città italiane, distribuito da Iris Film il 29 aprile.

- Pubblicità -