Il Signore delle Formiche, recensione del film di Gianni Amelio

Il film è stato presentato in Concorso a Venezia 79.

Il Signore delle Formiche

Anche Gianni Amelio, come Emanuele Crialese e Alejandro G. Inarritu nell’ambito del Concorso di Venezia 79, ricorre alla pseudo-biografia nel suo Il Signore delle Formiche, presentato in anteprima nella Selezione Ufficiale della Mostra, a contendersi il Leone d’Oro. In questo caso, l’elemento biografico è “laterale” e la figura del regista si sovrappone vagamente a quella di Elio Germano, che interpreta un giornalista che segue da vicino il processo per plagio subito dall’intellettuale Aldo Braibanti.

 

Il Signore delle Formiche, la trama

Alla fine degli anni Sessanta si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannano a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché ‘guarisse’ da quell’influsso ‘diabolico’. 

Amelio prende spunto dalla storia vera per raccontare un coro a più voci, non solo la figura di Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, ma anche parenti, amici, persone che in qualche modo hanno seguito la vicenda da vicino e che ne sono rimasti toccati. 

Una storia vera

Il Signore delle Formiche racconta di queste vite travolte, di questo processo assurdo e mette in luce una storia vera che forse non è conosciuta da moltissimi. Proprio questo aspetto avrebbe potuto spingere il regista ad approfondire meglio l’aspetto del processo, sottolineando di più quanto l’accusa di plagio fosse a tutti gli effetti uno strumento che mirava a punire i “diversi”, che all’epoca non potevano essere considerati esistenti, figurarsi poi chiamarli omosessuali, senza uno strascico di giudizio e disprezzo. 

La classicità del cinema di Amelio, ma anche l’impressione che si sia fuori tempo massimo per raccontare in questo modo storie legate alla persecuzione dell’omosessualità nel nostro Paese, contribuiscono a far percepire Il Signore delle Formiche un film “vecchio”, che sembra non aver senso in questo momento storico in cui la conversazione intorno alle tematiche di genere è varia, vasta e all’ordine del giorno. Soprattutto è arrivata a livelli molto più avanzati rispetto al classicismo proposto del film.

Un racconto lontano dalla contemporaneità

Il cinema spesso si fa narratore di storie vere non troppo conosciute e sicuramente la vicenda di Braibanti merita di essere nota e raccontata, ma forse avrebbe meritato uno spirito più moderno, un occhio che fosse al passo con i tempi e che rendesse attuale il discorso intorno a un pregiudizio che nel Paese Reale esiste ancora in maniera invasiva e capillare.

Tutto ne Il Signore delle Formiche è poco ispirato, dalla messa in scena alla scrittura, fino addirittura alle interpretazioni, lo stesso Lo Cascio che è sempre brillante qui viene fagocitato dalla stanchezza con cui questa storia, potente e importante, viene lasciata andare con fare svogliato e pigro.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
Articolo precedenteRed One: Kiernan Shipka nel cast del film con Dwayne Johnson e Chris Evans
Articolo successivoDead for a Dollar, recensione del film di Walter Hill
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
il-signore-delle-formiche-gianni-amelioTutto ne Il Signore delle Formiche è poco ispirato, dalla messa in scena alla scrittura, fino addirittura alle interpretazioni, lo stesso Lo Cascio che è sempre brillante qui viene fagocitato dalla stanchezza con cui questa storia, potente e importante, viene lasciata andare con fare svogliato e pigro.