Dead for a Dollar, recensione del film di Walter Hill

La recensione di Dead for a Dollar, western di Walter Hill presentato fuori concorso a Venezia 79, con Christoph Waltz e Willem Defoe.

Dead For A Dollar film 2022

Dead For a Dollar è il nuovo western di Walter Hill, presentato fuori concorso a Venezia 79, con Christoph Waltz, Willem Defoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke e Benjamin Bratt protagonisti. Quando i titoli di coda appaiono sullo schermo alla fine di Dead for a Dollar, la dedica “In memoria di Budd Boetticher” campeggia in modo così evidente accanto al titolo, che potrebbe quasi fungere da sottotitolo per il film stesso. In ogni caso, questo divertente ultimo film del venerabile scrittore-produttore-regista Walter Hill è intriso di un amore elegiaco per le storyline pulite, la narrazione vivace e i dilemmi morali dei western classici, come quelli di Boetticher, tra cui L’ultimo fuorilegge (1952), Il traditore di Forte Alamo (1953) e La valle dei mohicani (1960).

 

Il dollaro prima di tutto

Ambientato nel 1897 il film segue il veterano cacciatore di taglie Max Borlund nelle profondità del Messico, dove incontra il giocatore d’azzardo professionista e fuorilegge Joe Cribbens, un nemico giurato che Max aveva mandato in prigione anni prima. Borlund è in missione per trovare e restituire Rachel Kidd, la moglie in ostaggio di un ricco uomo d’affari di Santa Fe. Scoprendo che la signora Kidd è in realtà fuggita da un matrimonio violento, Max si trova di fronte a una scelta: portare a termine il lavoro disonesto per cui è stato ingaggiato o restare in disparte mentre spietati mercenari fuorilegge e il suo rivale di sempre si avvicinano…

I legami nell’incarnazione del West di Hill, che ha co-sceneggiato con Matt Harris, sono prima contrattuali, poi etici. I due uomini al centro del film si trovano da una parte e dall’altra della legge: il Max Borlund di Christoph Waltz è un cacciatore di taglie, mentre il Joe Cribbens di Willem Dafoe è un fuorilegge e campione del gioco d’azzardo. Ciò che alla fine li accomuna in un rancoroso rispetto è un asse economico nella fedeltà a se stessi prima di tutto. Non si tratta di uomini nobili legati a un codice di moralità o di destino manifesto. Si tratta di lavoratori che compiono il loro dovere nei confronti dell’onnipotente dollaro, irritati innanzitutto dalle minacce di portare a termine il proprio compito.

Walter Hill rischia e affianca audacemente il racconto delle loro bussole morali alla storyline degli uomini d’affari e alle forze dell’ordine messicane, testimoni di un conflitto che si riversa oltre il confine meridionale. In termini narrativi si crea un innegabile conflitto tra il duo, stanco del mondo e la cui credibilità è data soprattutto dai due interpreti magistrali, e tutti coloro che lo circondano. La loro (in)sensibilità si scontra anche con le giovani leve che danno il via alla storia. Il ricco uomo d’affari Martin Kidd di Hamish Linklater invia il saggio ma schietto Max a recuperare sua moglie, l’indipendente Rachel Brosnahan, dalle grinfie del Buffalo Soldier Elijah Jones (Brandon Scott).

Dead for a Dollar: un B-Movie caotico

Apprezzabile è l’intento del regista Walter Hill di avvicinarsi a una sorta di idea metapoetica del western, riflettendo la nostalgia per “un certo periodo della storia americana che tutti condividiamo”, ma cercando di scongelare il genere dai dettami degli anni ’40 e ’50, lasciando che accolga rilevanza moderna e che l’intenzione cambi.

Dead for a Dollar è un progetto indipendente, che è stato girato in poche settimane; nonostante sia figlio di uno dei più grandi nomi del genere western, i limiti tecnici vanno a inficiare l’evoluzione di una storia fin troppo classica, che non trova luce nel tentativo di modernizzazione dei suoi personaggi, quanto più nella solida constazione del b-movie che intrattiene, ma regala poco.

In Dead for a Dollar, c’è tutto del genere: i toni seppia e la colorazione giallastra della fotografia, per dare l’impressione costante di una luce solare intensa che invade il sud-ovest americano e il Messico; uno sconfinato senso dello spazio e della giografia, la parola data che deve essere mantenuta, tutto in nome di quel dollaro che può riscattare le sorti di chi è caduto, e arricchire l’ego del più rinomato cacciatore di taglie.

I western si preannunciano, e questa tradizione rimane valida anche per Dead for a Dollar: con una sceneggiatura ridotta all’osso, il film si identifica come “più contemporaneo” solo per la presenza di famose star davanti alla macchina da presa. Sembra quasi che Walter Hill abbia voluto realizzare il western che conosceva in passato, rudimentale ma sicuramente di intrattenimento, che regala qualche momento interessante soprattutto grazie all’interazione di Rachel con il personaggio di Christoph Waltz. Nonostante ciò, Hill rimane un forte regista d’azione: la sequenza di venti minuti di sparatorie che chiude il film è prevedibilmente emozionante, con una manciata di colpi che evocano i giorni di gloria del regista.

Del resto, il caos visivo e narrativo mina il risultato finale di Dead for a Dollar che, tra un’inquivocabile derivatività e un comparto tecnico che commette non pochi scivoloni, si conferma come un b-movie d’intrattenimento, ma che indubbiamente non gode del fattore re-watch.

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