La donna per me: la recensione del film con Andrea Arcangeli

Commedia romantica con elementi fantasy, il nuovo film di Martani offre la possibilità di confrontarsi con le proprie paure per capire cosa il cuore desideri davvero.

La donna per me recensione

Sembra essere un momento d’oro per il multiverso e le realtà alternative al cinema e in televisione. Oltre a quanto la Marvel sta raccontando con i suoi film e serie, diversi sono i progetti che sempre più si rifanno all’idea di molteplici versioni differenti di una realtà. A questi si aggiunge ora anche l’italiano La donna per me, nuovo film da regista di Marco Martani, meglio noto come sceneggiatore di commedie brillanti come ExMaschi contro FemmineFemmine contro MaschiLa mafia uccide solo d’estateSe Dio vuole. Prodotto da Lucky Red con Rai Cinema e in collaborazione con Sky Cinema, il film sarà trasmesso il 23 maggio su Sky e NOW.

 

Protagonista del film è Andrea (Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da allora ha costruito la sua vita. Alcuni dubbi dell’ultimo momento, però, trasformano l’esistenza di Andrea che, ogni giorno, si trova a risvegliarsi in una vita diversa, in un sé stesso diverso e in universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua compagna. Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la sua vita avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire cosa desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di tornare alla sua realtà.

Come sarebbe andata se…

La commedia romantica scritta e diretta da Martani ha l’esplicito obiettivo di affrontare, con leggerezza e umorismo, il tema della paura davanti a un impegno di vita importante come può esserlo il matrimonio. La storia, infatti, parte dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere qualsiasi dubbio prima di prendere la decisione più importante della tua vita?”. Da qui ha inizio l’avventura del protagonista di La donna per me, ritrovatosi incastrato in quello che risulta essere un incrocio tra un loop temporale e una diversa serie di universi paralleli. Un’opera che fa subito pensare a titoli come Palm Spring e Questione di tempo (citati non a caso dal regista come primarie fonti di ispirazione).

L’idea in sé non è dunque nuova, ma è qui calata in una realtà italiana fatta di precariato, avvocati poco onesti e musicisti di dubbio gusto. Un’occasione dunque per riflettere anche sugli elementi tipici della nostra società, che a loro modo si riflettono nella vita di un giovane qualunque come può esserlo il protagonista di questo film. Tutto ciò è a sua volta contenuto in una classica struttura da film ad equivoci, che portano sempre più scompiglio nella vita di Andrea, permettendogli di imparare importanti lezioni di vita e di regalare allo spettatore qualche risata (nel più dei casi per merito dei personaggi interpretati da Eduardo Scarpetta e Stefano Fresi).

D’altrone, come diceva Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, protagonista del film La leggenda del pianista sull’oceano, come si fa a scegliere una sola vita, una sola donna da amare? Il protagonista di La donna per me ha dunque l’occasione di sperimentare ciò che tutti vorremmo provare nei momenti più critici, ovvero l’esperienza dell’alternativa, abbattendo così ogni possibile dubbio e incertezza su come sarebbero potute andare le cose se svoltesi in modo differente. Da questo punto di vista l’obiettivo del film è sicuramente centrato e chiaro risulta il messaggio che si intendeva trasmettere. Meno convincente, però, è il modo in cui si arriva a tale risultato.

La donna per me Andrea Arcangeli

Un film limitato dalla scrittura

La donna per me è una commedia romantica con delle ambizioni evidentemente maggiori rispetto a tanti altri titoli italiani simili. Già solo il dover reinventare continuamente situazioni e personaggi a partire da elementi introdotti nelle prime scene richiede una certa cura nella scrittura. Sfortunatamente, il punto debole del film risulta essere proprio la sceneggiatura. Le situazioni che vengono presentate sul grande schermo hanno infatti di base un grande problema: non sono giustificate. Il loop temporale che si viene a costruire non è introdotto in nessun modo chiaro e ciò porta ad una certa difficoltà nel definire i suoi limiti e le sue regole.

Ciò che dà il via alla struttura del racconto rimane dunque insoluto. Andrea ha vissuto solo un sogno? Era tutto vero? Non è dato saperlo e comprensibilmente a molti potrebbe anche non importare nemmeno. Al di là di tale aspetto, però, La donna per me si caratterizza nella sua generalità per una scrittura poco ispirata, che pur giocando con il fantasy e offrendo in modo chiaro il suo tema, non sembra voler (o poter) ambire a costruire qualcosa di più coinvolgente e memorabile. Nulla possono i pur bravi interpreti principali e il film non trova dunque l’occasione concreta di rendersi memorabile, offrendo nulla più che la possibilità di una visione spensierata.

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
la-donna-per-me-andrea-arcangeliIl messaggio e i temi alla base del film sono centrati e fin troppo chiari, ma non trovano sostegno nella scrittura, che è il vero limite di La donna per me. Pur se con il desiderio di distinguersi da titoli simili, il film non riesce ad esprimersi al meglio, complici una struttura non giustificata e risvolti narrativi senza ambizioni.