Leurs enfants après eux: la recensione del film di Zoran e Ludovic Boukherma – Venezia 81

Un coming of age attraverso quattro estati del protagonista Anthony.

-

Basato sul romanzo omonimo di Nicolas Mathieu, Leurs enfants après eux è il film di Zoran e Ludovic Boukherma che è stato selezionato per il Concorso della 81° edizione della Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Una scelta felice per un film che racconta con una certa grazia uno spaccato di vita che sta scomparendo mentre si compie. Una periferia francese che non esiste più ora e che con decadente vitalità trova la via dello schermo, brillando attraverso il suo splendido protagonista, l’astro in ascesa Paul Kircher.

 

Cosa racconta Leurs enfants après eux?

Leurs enfants après eux è il racconto di quattro estati che si consumano lente, tra amore, bagni al fiume, feste, furti, cotte e lotte, la crescita di Anthony, a partire dall’agosto del 1992 quando scopre il primo amore e dice per sempre addio all’infanzia. È anche, in misura minore, la crescita di Hacine, il suo provare a affermarsi in un mondo che lo vorrebbe sempre ai margini, sorte che invece lui vorrebbe capovolgere per progredire. Seguiamo i loro personaggi nel 1994, nel 1996 e infine nel 1998, quell’estate dei mondiali in cui la nazionale francese regalò un grande sogno alla nazione intera (a spese dell’Italia, ricordate?). Le cose cambiano, i rapporti si evolvono ma il tempo e la vita impongono scelte e prese di posizione.

- Pubblicità -
 
 

Un coming of age in un mondo che sparisce

Leggermente fuori fuoco nella parte iniziale, il coming of age dei fratelli Boukherma fa grande leva sul racconto corale e su come, in mezzo al gruppo di personaggi che popolano le estati di Anthony, tutti prendono una strada piuttosto che un’altra, mentre il protagonista rimane sempre bloccato al centro delle sue incertezze, complice anche una storia familiare in cui la solidità della figura materna è minata dalla fragilità di un padre che ha perso la strada e con il quale fatica a trovare un rapporto.

La musica totalmente non ricercata, i colori vivaci, le soluzioni sceniche quasi banali offrono un quadro quasi rassegnato un mondo che scompare e in cui i giovani sembrano in balia di loro stessi, in maniera sempre più soffocante man mano che passano gli anni. Eppure, nei pensieri di Anthony, resta inalterata la fascinazione per la bella coetanea interpretata da Angélina Woreth, che gli ruba il cuore, e un po’ anche la dignità, fino a quel sudato ballo finale, in cui il ragazzo finalmente fiorisce e il padre, ubriaco, deluso, abbandonato, muore definitivamente, pur fiero di un figlio che non ha mai amato come avrebbe dovuto.

Paul Kircher è la star indiscussa del film

Paul Kircher è effettivamente la stella del film, sia perché è appunto il protagonista, sia perché la sua ascesa come protagonista del grande schermo lo sta portando a dover mettere in scena ruoli sempre più complessi nei quali trova sempre un modo per far vedere il suo carattere di attore in crescita. Di fronte a lui, un gigantesco Gilles Lellouche, nei panni di suo padre, un uomo che ha perso la strada e che si aggrappa all’idea di sé che vorrebbe lasciare al figlio.

Con qualche sequenza emozionante, e un racconto francamente disordinato, Leurs enfants après eux è un interessante coming of age che gode del contrasto tra la vita che va avanti e vuole progredire che si confronta con un modo di vivere destinato invece ad appassire per sempre.

Panoramica
2.5

Sommario

Con qualche sequenza emozionante, e un racconto francamente disordinato, Leurs enfants après eux è un interessante coming of age che gode del contrasto tra la vita che va avanti e vuole progredire che si confronta con un modo di vivere destinato invece ad appassire per sempre.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

ALTRE STORIE