Lontano Lontano: recensione del film con Ennio Fantastichini

Nell'ultimo film prima della prematura scomparsa, Ennio Fantastichini recita accanto e per Gianni Di Gregorio.

Lontano Lontano

Una manciata di film all’attivo per Gianni Di Gregorio regista, esordiente tardivo con Pranzo di Ferragosto dopo anni di lavoro come sceneggiatore, che torna a dirigere una storia di vecchietti con la freschezza della gioventù, nella maniera lieve e delicata che gli è propria. Lontano Lontano è tratto da un racconto dello stesso Di Gregorio, Poracciamente vivere, pubblicato da Sellerio nella raccolta Storie dalla città eterna. Segue le vicende di tre signori un po’ agée, Attilio (Ennio Fantastichini), il Professore (Gianni Di Gregorio) e Giorgetto (Giorgio Colangeli), che decidono di trasferirsi all’estero per poter vivere meglio con le loro magre pensioni. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo un mare di problemi, burocrazia e faccende da sistemare prima di partire. Nella preparazione del viaggio i tre incontreranno una serie di personaggi che li aiuteranno, o saranno loro ad aiutare, o da cui verranno ostacolati. Sopratutto però, cementeranno la loro amicizia tra buon cibo e vino, in una Roma estiva, afosa ma vitale.

 

Di Gregorio sceneggiatore de Lontano Lontano: la sua Roma e i romani

Gianni Di Gregorio è uomo di scrittura e la sua lunga esperienza di sceneggiatore è tra gli elementi che fanno la differenza in questo lavoro, scritto con Marco Pettenello. È proprio il tanto mestiere che porta alla semplicità e all’estrema naturalezza della narrazione. Così un piccolo canovaccio si trasforma nel ritratto fedele di un’umanità rara e autentica – di cui il regista stesso è esponente – negli odori, nei sapori e negli scenari incantevoli di una Roma vista non con gli occhi del turista, ma con quelli di chi da sempre respira l’aria dei suoi vicoli, delle sue piazze e dei suoi scorci più suggestivi. Le location scelte per questo affresco romano sono proprio i luoghi del cuore del regista, quelli che vive e frequenta: da San Calisto a piazza Santa Maria in Trastevere, da  Porta Settimiana al Colosseo. La Roma di Di Gregorio è  una signora indolente e forse un po’ malconcia, ma dal fascino intatto, a cui è disposto, come molti romani, a perdonare non senza un certo fatalismo, i disservizi, il caos e i mille problemi.

Fine conoscitore della romanità, Di Gregorio riesce con Lontano Lontano in un’impresa difficilissima. Se infatti è estremamente facile imbattersi nella sua rappresentazione più o meno stereotipata – il romano coatto e pittoresco, la Roma violenta, la mala Roma – è cosa rara vedere sul grande schermo il romano per com’è: in equilibrio tra indolenza e vitalità, intriso di sarcastica ironia, pigro ma capace di grandi slanci, pragmatico e animato da un sano buon senso. I temi sociali ci sono: dalla situazione critica dei pensionati al minimo o di chi la pensione neppure ce l’ha, all’immigrazione, ma lo spettatore vi è condotto con levità, in modo del tutto naturale. Assenti didascalismo, retorica o buonismo. Narrazione godibilissima, ricca di momenti spassosi e dal buon ritmo.

Ennio Fantastichini e gli altri interpreti

Con l’occhio dell’uomo di cinema Di Gregorio sa scegliere il suo cast. Ennio Fantastichi nella sua ultima interpretazione ci regala un esempio di quella rara capacità di fondere in modo perfetto alto e basso, leggerezza e profondità con misura e delicatezza, come solo i grandi attori sanno fare. Giorgio Colangeli e Di Gregorio stesso sono i suoi degni compagni in quest’avventura. Più che riuscite anche le interpretazioni dei personaggi secondari, su tutti il Professor Federmann, col vizio del bere e i suoi discorsi quasi metafisici e con le fattezze scavate di uno straordinario Roberto Herlitzka. Ma c’è anche Daphne Scoccia, la figlia dell’ex frickettone Attilio, e altre piccole sorprese, come il cameo di Francesca Ventura, la signora Federmann (In viaggio con papà, Sapore di mare 2), la bella signora, Galatea Ranzi, poi gli amici del bar e il fratello di Giorgetto col suo banco di frutta al mercato, il libraio, l’impiegata dell’ufficio postale, l’ex alunno del Professore.

I “poracci” di Di Gregorio sono pigri, ma ancora vitali, capaci di stupire sé stessi e gli altri con slanci arditi e preziosi. Capaci di sognare restando coi piedi saldi a terra, i vecchietti di Lontano Lontano ci ricordano che tutto si può fare a qualsiasi età, o almeno provarci. L’importante è non tradire sé stessi e la propria umanità.

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Scilla Santoro
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Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
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