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L’uomo dei Ghiacci: recensione del film con Liam Neeson

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L’uomo dei Ghiacci: recensione del film con Liam Neeson

Jonathan Hensleigh dirige Liam Neeson e Laurence Fishburne ne L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, thriller d’azione ambientato nell’estremo nord del Canada. Il film è l’avvincente viaggio di tre camion e dei loro autisti in una corsa contro il tempo, tra condizioni avverse e opposti obiettivi.

La trama de L’uomo dei Ghiacci

Nelle regioni settentrionali del Canada, una miniera di diamanti esplode, intrappolando 26 minatori al suo interno. Per i superstiti bloccati nel sottosuolo, restano a disposizione solo 30 ore di ossigeno prima di morire per asfissia. L’unica speranza di salvezza risiede nella squadra di camionisti ingaggiata per attraversare la ”strada di ghiaccio” e portare nella miniera le teste di pozzo, strumenti necessari a recuperare i minatori. Nel team ci sono Mike McCann (Liam Neeson) con suo fratello Gurty (Marcus Thomas), veterano affetto da afasia, l’esperto di camion Jim Goldenrod (Laurence Fishburne), la sua ex dipendente Tantoo (Amber Midthunder) e l’assicuratore dei proprietari della miniera Varnay (Benjamin Walker). La squadra parte su tre camion, pronta ad affrontare 300 miglia di strada sull’acqua ghiacciata. Nel percorso, le difficoltà non saranno date solo dalle condizioni atmosferiche: non tutti i membri della missione hanno lo stesso obiettivo. Per Mike il viaggio sarà una tripla lotta: contro il tempo, la natura e il nemico.

I fragili equilibri de L’uomo dei Ghiacci

I protagonisti de L’uomo dei Ghiacci partono per la loro missione con tre enormi camion. I loro carichi, le teste di pozzo, pesano tonnellate. La strada da percorrere è invece sottilissima: una lastra di ghiaccio di pochi centimetri che si sta sciogliendo perché è primavera. L’impresa richiede un’estrema attenzione al bilanciamento di velocità a forza. Un equilibrio nella guida, ma non solo: infatti, non appena l’iniziale armonia del team comincia a scricchiolare, anche il ghiaccio dà i primi segni di cedimento.

Tutto potrebbe scorrere liscio se tutti i partecipanti della missione si muovessero con lo stesso scopo, ma così non accade ne L’uomo dei Ghiacci: Mike pensa alla ricompensa in denaro, Gurty è spaesato e comprende poco l’obiettivo del viaggio, Tantoo e Jim vogliono tentare il salvataggio dei minatori, persone a loro care, mentre Varnay mente sulla propria identità per depistare la spedizione. Tra diffidenze e trame segrete, le discussioni dei personaggi mettono quasi subito in crisi la missione.

Tutti a corto d’aria

In un contesto in cui basta veramente poco per rimetterci la vita, lo scenario catastrofico si crea rapidamente. Il film risulta per forza di cose avvincente: il tempo e l’ossigeno per i minatori che scarseggiano, il ghiaccio scricchiolante, gli inseguimenti tra mezzi maestosi. Il senso di concitazione e angoscia è ben percepibile ed è alimentato dai continui scontri tra i personaggi. Come i loro guidatori, i camion si aiutano, si trainano e poi si tamponano, si ribaltano e si risollevano.

Inseguimenti non ordinari

Più che i dialoghi, ne L’uomo dei Ghiacci ciò che conquista sono gli scenari dell’azione: lande desolate, imbiancate dalla neve, spazi ampissimi percorsi da tir che si muovono acrobaticamente come fossero giocattoli. E il gioco del regista riesce ad essere estremamente realistico.

Non siamo di fronte al solito inseguimento su strada. L’uomo dei Ghiacci inserisce al suo interno l’azione dei Fast & Furious ma con le variazioni necessarie a rendere il film originale. Non ci sono macchine, ma camion enormi, mastodontici. Per certi versi, la pellicola ricorda Duel di Spielberg: le strade desolate, il camion rumoroso, la sfida tra mezzi e persone. Non siamo però tra i canyon, ma nel gelo totale: scenario che fa pensare al thriller del 2010 Frozen.

I volti protagonisti de L’uomo dei Ghiacci

Anche i protagonisti de L’uomo dei Ghiacci sono interessanti nella loro varietà. Non sono stereotipati. Non c’è l’eroe muscoloso che ruba la scena agli altri personaggi, né la donna sempre impeccabilmente elegante anche negli scontri all’ultimo sangue. Mike è un uomo non giovanissimo, abile nel suo mestiere ma realistico nei panni che indossa. C’è la ragazza forte e coraggiosa, ma è pur sempre una camionista e come tale viene rappresentata. Inoltre, l’attenzione a temi come il rapporto fraterno e il razzismo nei confronti delle popolazioni indigene danno profondità al film, senza però appesantirlo o apparire moralmente banali.

In conclusione, L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road è un film action innovativo in cui lo scheletro della storia è stato ben rafforzato da dettagli originali e interessanti che spaziano dall’ambientazione ai protagonisti. Il film uscirà nelle sale italiane giovedì 2 dicembre 2021.