Margherita Hack ci ha lasciati il 29 giugno 2013, ma il 12 giugno 2022 ricorrevano i cento anni dalla sua nascita, e in occasione di quella ricorrenza nasce il film Margherita delle stelle, affidato dalla Rai a Giulio Base – e a una “squadra molto importante”, come la definisce Maria Pia Ammirati direttrice di Rai Fiction – e dal 5 marzo disponibile in prima serata su Rai 1 e su RaiPlay.

 

A riportare in vita la grande astrofisica italiana c’è Cristiana Capotondi, da poco apparsa sul grande schermo con Alessandro Siani e nel televisivo Le fate ignoranti, che qui troviamo accompagnata da Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e Flavio Parenti in alcuni ruoli chiave di questo “ritratto intimo” e personale di colei che ancora oggi dovrebbe essere un modello per tutti, di emancipazione, coraggio, libertà di pensiero e impegno civile. Come dimostrano le sue parole, oggi più che mai valide e attuali: “Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra“.

Margherita delle stelle, la trama

Come si vede sin dalle prime scene del film, nelle quali ci viene presentata la piccola Margherita (interpretata da Sveva Zalli), autonoma e curiosa sin da bambina e sostenuta da due genitori straordinariamente anticonformisti (Bocci e Ceccarelli) che le insegnano la libertà di scegliere e di opporsi a certi dogmi dalla società, primi fra tutti quelli dell’oppressiva ideologia fascista. Vegetariana, amante dello studio e della natura, Margherita cresce fuori dagli schemi, diversa, per modo di vestire e di pensare, da tutte le sue coetanee, anche quando, liceale, alza la voce contro l’espulsione di una insegnante ebrea dal proprio istituto, rischiando di subire la stessa sorte. Ma sono anche gli anni della scoperta dello sport agonistico, altra sua grande passione, della scoperta delle stelle e del ritorno del piccolo Aldo (Parenti), ormai cresciuto e con il quale nasce un legame che li unirà – anche in matrimonio – fino alla morte. E che la accompagnerà nelle successive tappe della sua vita, sempre affrontate con coraggio e indipendenza, che l’hanno portata a emergere in un mondo fatto e governato da soli uomini, grazie alle sue forza di volontà e competenza, che da fenomenale ricercatrice l’hanno fatta arrivare al centro Astronomico di Merate, dominato da dinamiche baronali e maschiliste, e diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

Margherita Hack, stella polare

Già protagonista di documentari e imperdibili interviste (disponibili su RaiPlay, oltre che su YouTube), Margherita Hack continua a essere un raro esempio di libertà e onestà intellettuale, oltre che di tenacia. Caratteristiche che insieme allo studio indefesso e a una incrollabile forza di volontà l’hanno resa la donna corretta, indipendente e geniale che non poteva che meritare un ulteriore approfondimento. Che in questo caso si ispira – “liberamente” al libro “Nove vite come i gatti” scritto dalla stessa Hack con Federico Taddia, dal quale Monica Zapelli ha tratto la sceneggiatura di quello che si configura come vero e proprio romanzo di formazione, un coming of age che sceglie di raccontare Margherita più che la Professoressa Hack, non a caso partendo dalla sua infanzia e adolescenza.

Margherita delle stelle recensione serieUna missione, in un certo senso, dalla valenza educativa più auspicata che dichiarata, ma che della unicità del singolarissimo personaggio fa il suo principale punto di forza. Una chiave perfetta per raccontare la possibilità di non piegarsi alle barbarità – passate e presenti – della nostra società, senza abbandonarsi alla pigrizia (non solo mentale) o cedere al sopruso, che vive della simpatia e delle conquiste della protagonista, encomiabilmente interpretata da una Cristiana Capotondi resa dal trucco quasi più credibile come Margherita adolescente che con il doppio mento e i capelli grigi. Elementi che sicuramente hanno pesato sul ritorno di Giulio Base alla produzione televisiva dopo più di dieci anni e dopo l’ultimo À la recherche presentato alla Festa del Cinema di Roma, ma che non possono non averlo condizionato – e in definitiva frenato – nella sua intenzione di realizzare un “racconto poco ortodosso, poco lineare, poco scontato” e capace di emozionare.

Margherita delle stelle, da vedere

Compito non semplice, d’altronde, dovendo selezionare ampiamente tra i tanti momenti fondanti di una vita come quella della Hack e gli episodi più rappresentativi e coerenti con la storia di empowerment femminile, ma non priva di leggerezza, che si puntava a costruire. Nella quale sono sorprese positive gli inserimenti di materiale di repertorio e foto d’epoca, ma che procede spesso per tappe fin troppo sintetiche e affrettate. Che nulla tolgono al valore di testimonianza e dell’operazione in generale, ma che non riescono a far dimenticare l’origine celebrativa della stessa e a toccare le corde sperate.

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Mattia Pasquini
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margherita-delle-stelleCompito non semplice, d'altronde, dovendo selezionare ampiamente tra i tanti momenti fondanti di una vita come quella della Hack e gli episodi più rappresentativi e coerenti con la storia di empowerment femminile, ma non priva di leggerezza, che si puntava a costruire. Nella quale sono sorprese positive gli inserimenti di materiale di repertorio e foto d'epoca, ma che procede spesso per tappe fin troppo sintetiche e affrettate. Che nulla tolgono al valore di testimonianza e dell'operazione in generale, ma che non riescono a far dimenticare l'origine celebrativa della stessa e a toccare le corde sperate.