My Italian secretTutti conosciamo le imprese sportive del grande campione del ciclismo Gino Bartali ma pochi conoscono il suo impegno umanitario durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Il figlio di Gino, Andrea Bartali, nel documentario di Oren Jacoby My Italian secret, ricorda una massima del padre: Il bene si fa ma non si dice. Così, in silenzio, Bartali ha trasportato nella canna della sua bicicletta i documenti falsi che sono serviti a salvare molti degli ebrei che si erano rifugiati in Italia pensando così di fuggire all’orrore nazista.

Insieme a Bartali tanti altri italiani, degli Shindler sconosciuti, hanno rischiato la vita per salvare le vite di persone sconosciute. Da qui il titolo del documentario che Oren Jacoby presenterà al prossimo Festival Internazionale del Film di Roma.

Regista, produttore e sceneggiatore, Jacoby dichiara di essere venuto a contatto con questa storia molti anni prima di girare il film quando, diciannovenne a Roma per seguire un corso di regia, incontra il regista polacco Marian Marzynski sopravvissuto alle deportazioni naziste grazie all’aiuto di alcune persone del posto e di alcuni religiosi che lo nascosero. In My Italian Secret Jacoby propone anche la storia di quei bambini che, come Marzynski, vennero salvati da questi coraggiosi italiani. Vediamo ad esempio Charlotte Hauptman che, ormai anziana, torna in Italia nei luoghi dove si nascose con i suoi genitori per fuggire alle SS. La sua storia, come anche altre storie presentate in questo documentario, racchiude molti scenari con i quali gli ebrei si trovarono ad avere a che fare durante la guerra in Italia. Non viene poi trascurato il ruolo che ebbe la Chiesa Cattolica: frati e suore che in silenzio nascosero e protessero i bambini e le loro famiglie.

My Italian Secret è un film davvero commovente che ci mostra come anche la persona all’apparenza più comune possa essere in realtà un’eroe in incognito.

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