Old Dads: recensione del film Netflix di Bill Burr

L’irriverente e spiritosa commedia di Bill Burr che beffeggia l’estrema ipersensibilità di una società retta da contraddizioni. Disponibile dal 20 ottobre su Netflix

Beffarda, divertente, pungente, elementare e prevedibile. Approdata lo scorso 20 ottobre su Netflix, Old Dads segna l’esordio alla regia del celebre comico e attore statunitense Bill Burr, conosciuto al pubblico tudum soprattutto per i suoi stand-up comedy. Burr – che ha lavorato alla sceneggiatura per circa due anni insieme all’amico Ben Tishler – ha raccontato di essersi ispirato ad un momento cruciale della sua vita: quando nel 2017, all’età di cinquant’anni circa, è diventato padre per la prima volta.

 

Trama Old Dads

Jack Kelly (Bill Burr), Connor Brody (Bobby Cannavale) e Mike Richards (Bokeem Woodbine) sono tre migliori amici che hanno in comune gli affari e il fatto di essere dei “neopapà” alla soglia dei cinquant’anni. Jack ha problemi a gestire la sua profonda collera; Connor è succube e spaventato dalla sua fredda e severa moglie; e Mike – che non aspettava altro che godersi i frutti del suo duro lavoro – si sente perso quando scopre che la giovane compagna è incinta. Ma le loro vite iniziano ancor più a complicarsi quando, dopo aver venduto a malincuore l’azienda di abbigliamento vintage che hanno fondato, si ritrovano a dover affrontare un’improvvisa crisi lavorativa e familiare. Una serie di sfortunati eventi li porterà una sera in un casinò di Palm Desert in cui – tra glitter, strippers e alcol – recupereranno il coraggio e la determinazione per rimettere le cose a posto.

Tra politically incorrect e realtà da capogiro

Burr traduce tanto di sé in questa commedia che, con una gran bella dose di sarcasmo e cliché, cerca di raccontare le profonde difficoltà e contraddizioni di una società che cambia troppo velocemente. Old Dads dà, dunque, voce alla generazione X e ai suoi maldestri tentativi di sopravvivere in un mondo che non riescono più a comprendere e accettare. Un mondo ipersensibile e contraddittorio dove il confine tra ciò che è giusto e sbagliato diviene sempre più labile e incoerente. È così che la scomoda e brutale comicità di Burr diviene espressione di un “politically incorrect” che – senza alcuna reale intenzione di ferire – tenta di testarne i limiti e sollecitare alla riflessione.

«Jack Kelly è fondamentalmente una versione potenziata di tutto il buono, il brutto e il cattivo che c’è in me. Guardando il film ci sarà una parte di pubblico a cui piacerà il mio personaggio, mentre un’altra penserà che Jack sia un idiota che ha bisogno di aiuto. Ma nonostante tutto, Jack è semplicemente un essere umano. Rappresenta quella parte di me che ogni giorno, in modo testardo e stupido, cerca di essere la miglior persona possibile» – ha spiegato Burr della sua interpretazione.

Old Dads. Da sinistra verso destra: Bill Burr, Bokeem Woodbine, Bobby Cannavale. Cr. Michael Moriatis/Netflix © 2023.

In questa lotta generazionale e al politicamente corretto predomina il tema della genitorialità, declinato in particolar modo nell’esperienza della paternità. Old Dads racconta con ironia e comicità le sfide di crescere ed educare un figlio al giorno d’oggi. Genitori cresciuti negli anni ’60-’70, in un’epoca più semplice, temperata e lenta, si ritrovano ora a dover preparare i figli per un mondo in continua e delirante evoluzione che persino loro stessi non hanno ancora compreso del tutto. Jack, Connor e Mike incarnano, in modo tenero e bizzarro, quel “principio della paternità” per cui ogni padre fa del suo meglio per preparare i propri figli al mondo.

Tanto odiata dalla critica quanto amata dal pubblico

Pur essendo arrivata in testa alla classifica della Top10 Netflix, conquistando anche il pubblico oltreoceano, l’opera prima di Bill Burr non ha riscosso lo stesso successo tra la critica americana, raggiungendo ad oggi su Rotten Tomatoes un infelice 26% di voto positivo.

Senza troppe pretese né aspettative, Old Dads intrattiene e diverte il pubblico a tal punto da far scivolare in secondo luogo le evidenti pecche, come: la poca caratterizzazione dei personaggi secondari, una trama priva di acme e grande emozione, una sceneggiatura confusa che osa troppo poco per essere memorabile.

Sì, Old Dads è l’ennesima commedia irriverente sulla genitorialità che poteva essere molto più emblematica e incisiva. Ma, se la si valuta come il “primo esperimento cinematografico” di Bill Burr, risulta semplice accettarla e apprezzarla, pregi e difetti annessi.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Annarita Farias
Articolo precedenteDeadpool 3: rivelati nuovi dettagli su come Wolverine entrerà nel MCU
Articolo successivoBodies: la spiegazione del finale della serie Netflix
old-dadsBeffarda, divertente, pungente, elementare e prevedibile. Sì, Old Dads è l’ennesima commedia irriverente sulla genitorialità che poteva essere molto più emblematica e incisiva. Ma, se la si valuta come il "primo esperimento cinematografico" del celebre comico Bill Burr, risulta semplice accettarla e apprezzarla, pregi e difetti annessi.