Paterson trailer

A guardare oggi le grandi cascate di Paterson, ridente cittadina del New Jersey, luogo e meta preferita di alcuni dei più grandi poeti americani, si può ancora respirare un insolito senso di pace, di benessere e di eternità.

 

Lo sa bene Paterson, un nome che è tutto un destino, un autista di autobus cittadini con la passione semi-segreta per la poesia; “semi” perché non è il solo a sapere dell’esistenza del suo black book, un taccuino su cui annota ogni pensiero artistico che gli balena in mente, lo conosce molto bene anche Laura, la ragazza con cui divide un delizioso appartamento. Lei è anche la sola che vorrebbe vedere i suoi poemi stampati e conservati nelle librerie e nelle case di tutto il mondo, nonostante la riluttanza dell’autore, troppo schivo e “medio” per desiderare davvero qualcosa.

La vita di Paterson è infatti priva di qualsivoglia scossone, ogni mattina la sveglia biologica lo mette in piedi fra le 6:00 e le 6:30, colazione fissa con i cereali al miele, passeggiata sino al lavoro con immancabile cestino del pranzo, turno e ritorno a casa, di nuovo fra le attenzioni della compagna e di un simpatico cane sovrappeso, Marvin (mascotte dell’intero film).

Paterson, il poeta-autista

Se Marvin gestisce tempi e cose da fare, tramite grugniti e versi ben precisi, Laura ha in mano la cura della casa; lei non ha la passione per la scrittura, al contrario per la pittura surreale in bianco e nero, diciamo anche per tutto ciò che è bianco e nero. Ogni cosa nel suo mondo è bicromatica, i film, le chitarre, i cupcake, i vestiti, i capricci, che Paterson subisce senza fiatare. Se li lascia scivolare addosso come se fosse l’unica cosa possibile, ogni giorno della settimana come un rito sacro e gustoso, anche quando questi si fanno esuberanti, goffi, ridicoli.

Paterson al cinema dal 22 dicembre

film al cinemaUna condotta impeccabile a un passo dalla santità, dal Nobel per la Pace, da podio ai mondiali di meditazione zen, viste anche le reazioni alle piccole sfortune quotidiane. Per ogni nervo saltato c’è invece un verso di poesia, un poema immediato, rifugio sublime per l’anima e il cervello. Del resto è probabilmente la lezione che vuole impartirci Jim Jarmusch, di amare si la nostra semplice e quotidiana routine (perché da essa non si scappa) ma con passione, con piglio d’artista, con la voglia e la capacità di trasformare energie negative in tesoro.

Allora guardare le grandi cascate di Paterson, ridente cittadina del New Jersey ora in decadenza dopo i fasti impressi nei poemi di William Carlos Williams e Allen Ginsberg, può essere un’esperienza in grado di arricchirci, di migliorarci, di regalarci nuove energie, come assistere alla proiezione di un nuovo, illuminante lavoro di Jarmusch. Se poi il ruolo da protagonista di quest’ultimo lo prende un ragazzo come Adam Driver, dal talento smisurato, e una piccola stella nascente come Golshifteh Farahani, il gusto nel palato si fa ancora più definito, quanto un’ottima serata fra amici o un tramonto in spiaggia, quando la maggior parte della folla è già andata via. Quel momento perfetto in cui riprendere dalla tasca il proprio black book e sfogare le proprie passioni.

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