Please Stand By, recensione del film con Dakota Fanning

please stand by

Dopo la disabilità fisica, raccontata nel delicato e romantico The Session, Ben Lewin racconta la disabilità mentale, l’autismo, in Please Stand By, che però declina con un linguaggio più leggero e rassicurante, rivolgendosi a un pubblico più giovane.

 

Grandissima fan di Star Trek, Wendy è autistica, vive in base a schemi rigidi e rituali quotidiani che vengono interrotti soltanto dalla sua passione per la scrittura. Un giorno le si presenta un’occasione magnifica: avere la possibilità di partecipare a un concorso proponendo una sceneggiatura a tema Star Trek. Il premio in denaro le permetterà, secondo lei, di tornare a vivere con la sorella maggiore. Quello che Wendy non sa è che dovrà superare tutti i suoi limiti e le sue difficoltà per poter portare a destinazione il plico con la sua preziosa storia.

Dakota Fanning ha interpretato da piccolissima la figlia di un uomo con un ritardo mentale, in Mi chiamo Sam. Adesso passa dall’altra parte, per così dire, e dà corpo a questa giovane donna, autosufficiente ma imprigionata in schemi che permettono al suo mondo di stare fermo e di non agitarla. Dimostrando una certa maturità di interprete, la Fanning riesce a dare corpo a un’interpretazione misurata e pulita, senza strafare e cadenzando i momenti più forti con equilibrio.

Please Stand By – l’autismo attraverso un occhio rassicurante

L’approccio del regista Lewin è però molto edulcorato, sia nella scelta di un’ambientazione sicura, per quanto estranea e in alcuni casi avversa alla protagonista, sia per il modo in cui si affronta l’anomalia della stessa, che comunque trova pian piano il coraggio di affrontare le situazioni che lei sola percepisce come un ostacolo.

Illuminata dallo spirito guida di Spok, il personaggio di Star Trek metà umano e metà vulcaniano, Wendy riesce a trovare il suo modo per entrare in contatto con i sentimenti altri, riuscendo in qualche modo a esprimersi a sua volta. Un parallelo esibito, nel finale, tra la protagonista e il personaggio: due figure che trovano il loro modo per condividere i sentimenti, nonostante gli ostacoli.

Tra le tante, tutte parziali, rappresentazioni cinematografiche dell’autismo, Please Stand By si colloca in un territorio neutro, scegliendo una rappresentazione rassicurante e mettendo in scena più che la malattia la forza di volontà nel superare i propri limiti.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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