Sofia Coppola torna al punto di vista femminile con il suo Priscilla, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, biopic che racconta l’amore tra Elvis Presley e la giovanissima Priscilla Beaulieu, poi divenuta Presly. Optando per un impianto da coming of age, che ben si sposa con il taglio editoriale di A24 e MUBI – impegnate nella produzione e distribuzione del film, il film di Sofia Coppola è un indie molto lineare ma sentito nelle intenzioni, un racconto di formazione che segue una ragazza diventare donna, passare dalla libertà alla prigione e viceversa, sulla strada travolgente di un amore che, per quanto faccia male, non svanisce.
Priscilla: Elvis ed io, un passo dietro a lui, e al suo fianco
Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.
Priscilla ed Elvis si incontrano in un luogo lontano dagli States, entrambi con un’incredibile nostalgia di casa. Nella Germania Ovest, dove Elvis sta prestando servizio militare e Priscilla si è trasferita con la famiglia, non c’è tanto da fare. Sarà proprio l’intrattenimento e la provenienza a farli avvicinare e, in pochissimo tempo, ad elevare – ironicamente – la piccola Priscilla a confidente prediletta del re del rock ‘n roll.
La “little one” di Elvis ha 14 anni quando la sua vita cambierà per sempre: molto più matura della sua età, capisce subito di essere una figura necessaria per Elvis. Ma nemmeno il re del rock ‘n roll è immune alla “fase di conoscenza” dei genitori e alle regole da rispettare nel corteggiare una ragazza. Con fatica e tanta caparbietà, la ragazza inizierà pian piano a vivere tra Germania e Stati Uniti, ad assaporare uno stile di vita che le era completamente alieno, a rendersi conto che, quando si è così vicini a una figura pubblica, forse, si inizia a perdere un po’ se stessi, soprattutto se non ci si è ancora conosciuti.
Alla ricerca di un punto di vista
Il fim di Sofia Coppola esplora in maniera ottimale le prime fasi di conoscenza tra Elvis e Priscilla, umanizzandola e avvicinandola al pattern di tanti altri incontri romantici, con tutto l’imbarazzo e la voglia di non perdersi del caso. Una seconda parte più frettolosa e dal montaggio discontinuo, potrebbero precludere alla pellicola di elevarsi e afferrare la portata di una storia d’amore così intensa – ma dobbiamo ricordarci che si tratta di una produzione indipendente e, per come è stata concepita e girata, è perfettamente in linea con il marchio A24.
Coppola lavora sull’immagine trasferendovi tutta una serie di significati altrimenti lasciati impliciti: cosa cambia nella vita di Priscilla e in che successione temporale, le sue emozioni e chi coinvolgono, sono tutti dettagli non affidati alla sceneggiatura, ma alla costruzione di un immaginario coerente con l’arco del nostro personaggio. Gli spazi di Elvis e Priscilla si influenzano e combaciano in base ai loro spostamenti, ed è lo stesso per i loro ritmi di vita. Un dettaglio inedito a questo proposito è il fatto che, pur adottando un punto di vista espressamente femminile, il mondo di Priscilla è un mondo maschile. Laddove la Coppola è diventata celebre proprio per aver plasmato una personalissima impronta di universo femminile, Graceland non la accoglie totalmente. A Priscilla vengono forniti vestiti, viene detto come abbinarli e truccarsi per esaltare al massimo la sua bellezza, viene portata a fare shopping – ma deve esibire ogni outfit davanti a una folla di uomini, Elvis e i membri della sua band. La giovane donna maturerà in fretta abbastanza da rendersi conto che non ha ancora un proprio punto di vista, e tutta la sua permanenza negli spazi vitali di Elvis lo evidenzia.
Benché diseguale nella narrazione, il Priscilla di Sofia Coppola farà parlare di se per come la mano sicura della regista disegna la presa di coraggio di una giovane donna in divenire: quella a cui è stato concesso un sogno, quella a cui verrà domandato tante volte “perché proprio tu”, quella che saprà sempre nel suo cuore la risposta a questa domanda, ma non avrà paura a cercarla anche altrove.