Far sentire la propria voce è un lavoro difficilissimo, soprattutto quando questa voce è stonata, lontana dagli archetipi, anche se offre strumenti per farsi riconoscere ma allo stesso tempo sfugge alla catalogazione. È quello che fa Emerald Fennel, è quello che fa il suo film, Una donna promettente, è quello che fa la sua protagonista Cassie, attraverso il corpo di Carey Mulligan.
La trama di Una donna promettente
Per il suo esordio alla regia, la sceneggiatrice /attrice Fennel sceglie di raccontare la storia di una giovane donna promettente, una studentessa in medicina brillante, con un futuro radioso che, a seguito di un bruttissimo incidente, che causerà la morte della sua più cara amica, anche lei giovane e promettente, lascia gli studi, abbandona le sue ambizioni e vive in silenzio, in ombra, con un lavoro poco ambizioso e nessuna interazione sociale, a parte quelle che le “servono” per sfogare il suo infinito rancore, la sua rabbia, la sua sete di vendetta.
Il trauma di Cassie si dipana davanti agli occhi dello spettatore in maniera graduale, le sue intenzioni si strutturano a mano a mano che scaviamo dentro a quel trauma, seguendo un percorso che si svela fino ad indicare precisamente quale sarà la decisione ultima della protagonista. E a quel punto arriva l’epifania: siamo di fronte ad un raffinatissimo e allo stesso tempo super pop revenge movie, un genere che nel post – MeToo assume un significato retroattivo importantissimo, per tutte le storie che non sono state raccontate, per tutte le voci che non sono state ascoltate. Pur trovandosi al posto giusto nel momento giusto, Promising Young Woman è anche un esercizio di stile e di scrittura, un lavoro di ricerca di inquadrature simmetriche che, neanche per un momento, rinuncia alla vivacità dei colori pastello e alla bellezza dell’immagine, nonostante stia raccontando una crudeltà senza limiti e la discesa all’inferno dell’essere umano.
Black Humor e consapevolezza
Lo sguardo di Fennel è spietato, condanna senza appello i cattivi, glorifica la vittima e lo fa con eleganza, un tocco di black humor, la costante consapevolezza che si sta raccontando una storia importante.
Quello che resta a fine film, oltre allo shock emotivo, è la consapevolezza di quanto Una donna promettente racconti una storia realistica, terribilmente attuale e più vicina ai toni della cronaca che a quelli della fiction. Allo stesso tempo, la storia di Cassie, la sua rabbia, la sua vendetta, il comportamento dei suoi aguzzini e di ognuno dei personaggi maschili raccontati nel film mostra in maniera chiara che l’unica via di rieducazione e riabilitazione è l’educazione, a partire dalla più tenera età, al rispetto, alla reciprocità, al piacere non più visto come colpa ma come pulsione vitale. Non è certo questo il posto per la compassione né per la commiserazione dei colpevoli, e Fennel non cade nel tranello, resta salda dalla parte della sua straordinaria protagonista, una Carey Mulligan intensa e straziante.
Carey Mulligan al centro della scena e dell’inquadratura
L’attrice che si rivelò al mondo in An Education, la storia della formazione alla vita di una giovane donna, conferma il suo talento cristallino con un ruolo molto difficile, che lavora per sottrazione, introiettando tutte le violentissime emozioni che prova e affidando a micro-espressioni e a gesti controllati l’esito della sua performance.
L’utilizzo della musica nel film non fa altro con corroborare lo sfasamento tra apparenza e realtà, tra ciò che appare, che “suona”, e ciò che è in realtà, come il fidanzato pediatra di Cassie, nella parentesi romantica a metà film, o come la vecchia amica del college, che adesso tra bebè appena nati, vita perfetta e marito ricco, teme anche la più piccola macchia sul suo curriculum.
Un esordio eccellente
Emerald Fennel confeziona un lavoro eccellente, costruisce una cornice esteticamente splendida che flirta con la simmetria dell’immagine e la bellezza delle inquadrature, trai toni pastello pop e “infantili”, scegliendo questo linguaggio rassicurante per raccontare una delle storie più nere che il cinema abbia raccontato in questo periodo.
Una donna promettente trova la sua voce, una voce di rabbia, di dolore, di vendetta, una voce di donna che lontana da qualsiasi rappresentazione cristallizzata libera il suo potenziale e alla fine, nella maniera più amara e cattiva, vince la sua battaglia.