Con una carriera d’attore che dura da oltre cinquant’anni ed esperienze di regie teatrali, Dustin Hoffman è passato dietro la macchina da presa per dirigere Quartet, pièce teatrale dell’omonima opera scritta e sceneggiata da Ronald Harwood e basata sul documentario Il Bacio di Tosca di Daniel Schmid.
Beecham House è la residenza per musicisti e cantati lirici in pensione e presto accoglierà una nuova ospite, Jean Horton la grande diva (Maggie Smith). Lo shock maggiore sarà da parte di Reggie Paget (Tom Courtenay), Wilf Bond (Billy Connolly) e Cissy Robson (Pauline Collins). Ella era la componente del loro quartetto di canto ma decise di intraprendere una brillante carriera da solita, alimentando le invidie che hanno finito per rovinare le amicizie e il suo matrimonio con Reginlad, quest’ultimo reagirà molto male al suo arrivo, ma è previsto un concerto di gala molto importante a cui il quartetto non può mancare.
Dustin Hoffman si confronta con una sceneggiatura che tocca argomenti importanti della vita di un artista e di ciò che inevitabilmente l’arte porta e toglie quando arriva l’invecchiamento, quindi coinvolge temi delicati e li inquadrati con ottimismo mantenendo sempre come fulcro della vicenda l’umorismo e lo spirito degli ospiti della casa che nella quiete di questa villa riescono a rivalutare il proprio passato insieme. Di fatti la struttura portante di tutto il film sono i personaggi, ben approfonditi e sviluppati sin nei particolari, perciò il regista, sceglie un imponente cast che dirige con una certa consapevolezza. Maggie Smith ci regala un’altra grande performance, il suo personaggio rappresenta la rabbia e la frustrazione della vecchiaia, poiché questa le ha portato via sia la forza che il talento, simbolo di tutta la sua vita.
I sorrisi e le risate più riuscite sono da parte di Billy Connelly, inguaribile donnaiolo in grado di coinvolge e riunire ogni residente della casa. Mentre la dolcezza e il pathos lo restituisce magneticamente il personaggio di Pauline Collins che soffrendo di demenza senile alterna scene esuberati a scene drammatiche.
Dal punto di vista della trasposizione per immagini, Hoffman preferisce non abbandonarsi a virtuosismi estetici, in maniera tale da riprendere con stile classico ma curato nei dettagli, come ci viene proposto sin dall’incipit. Ciò ha permesso che il montaggio di Barney Pilling (An Education) fosse molto musicale e sposato alla ritmica delle musiche liriche di Giuseppe Verdi a quelle di Dario Marianelli (Anna Karenina) conferendo al taglio per immagini un elemento di forte dinamismo nelle sequenze.
Dustin Hoffman centra la commedia e coglie l’essenza e le sfumature della storia, aggiungendo quel tocco di brio che è molto vicino alla sua ecletticità. La bravura è stata riunire attori, lirici e musicisti, in maniera tale da mettere in moto delle sinergie di emozioni che ammaliano e coinvolgono lo spettatore pur non sapendone molto di opera. Quartet sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 24 Gennaio.