Rio: recensione del film di Carlos Saldanha

Rio film

Dai paesaggi gelidi dell’Era Glaciale il regista brasiliano Carlos Saldanha e gli Blu Sky Studios passano proprio al caldo tropicale del Brasile. Blu è il rarissimo pappagallo macaw protagonista di Rio, film d’animazione in uscita il 15 Aprile. Strappato  al suo habitat naturale in tenera età,Rio ha la fortuna di venire trovato da Linda e di crescere, seppur in cattività, fra le sue amorevoli cure.

 

A scombinare la sua vita agiata sarà la notizia che a Rio De Janeiro un gruppo di ornitologi ospita l’ultimo esemplare femmina di macaw. Si chiama Gioiel ( la voce originale è di Anne Hathaway  ) ed è una pappagallina indomita che sogna la libertà. Blu e Linda dovranno andare in Brasile. Il timido e imbranato pappagallo imparerà a liberare la sua vera natura. Per amore di Gioiel , riuscirà finalmente a trovare il coraggio e la fiducia in sé stesso per imparare a volare e fronteggiare i cattivi , umani e pennuti,  che tramano contro di lui. Specularmente anche la padrona di Blu intraprenderà un’avventura altrettanto formativa.

Rio, il film d’Animazione di Carlos Saldanha

Rio contrariamente a un target di cartoni degli ultimi tempi, pensati per soddisfare e divertire anche un pubblico adulto, come l’ultracitazionistico  Rango di Johnny Depp o i  migliori Shrek, è indirizzato visibilmente verso un pubblico di bambini.  Proprio questa sembra la causa dei suoi maggiori difetti. Scontato e privo di originalità preferisce appoggiarsi a cliché consolidati. Osa poco rispetto al brio dell’Era Glaciale che, soprattutto il primo dei tre, coinvolgeva grazie all’originalità dei personaggi i cui caratteri, per quanto un cartone lo permetta e necessita, erano ben delineati e vivi.

La storia d’amore fra Blu e Gioiel segue invece una linea narrativa piatta e priva di storie di contorno approfondite. Sono poche le emozioni. Il pappagallo cattivo che li perseguita, Miguel, ha relativamente troppo poco spazio. La presenza umana stona e le loro vicende non coinvolgono. Superfluo l’uso del 3d. Efficace, se non altro, in alcune concitate scene di inseguimento come nel caso del carnevale di Rio o della fuga di Blu e Gioiel legati da una catena e impossibilitati a volare a causa dell’incapacità di Blu stesso.

Tra i doppiatori italiani, oltre al solito e bravissimo Pino Insegno, nei panni del Tucano Rafael, l’ amico di Blu prodigo di consigli, spicca un doppiatore improvvisato come José Altafini. Il campione brasiliano presta la voce al bulldog Luiz, uno dei personaggi più eccentrici e interessanti. L’ambientazione Brasiliana offre momenti canori su ritmi latino americani a volte troppo scollati dai ritmi della narrazione.

Lo stacco canoro e il tenore dei brani, retaggio dysneyano felicemente abbandonato da molti degli ultimi film d’animazione, è indice del target verso cui il film è diretto. Mario Biondi, doppiatore di Miguel, firma un buon esordio al doppiaggio mentre Victoria Cabello dà la voce, eccessivamente stridula, a Gioiel. Fabio De Luigi ( doppiatore già in Madagascar e Toy Story 3 ) è invece la voce di Blu, che sembra voler riecheggiare il Sid di Bisio dell’Era Glaciale ma fatica a trovare una propria caratterizzazione.

Gli autori di Rio sembrano credere molto in questo progetto. Distribuito in oltre 700 copie, sarà il film di apertura del CARTOONS ON THE BAY,  festival dell’animazione televisiva e cross- mediale, che si terrà il 7 Aprile a Santa Margherita ligure. Sky Cinema 1, il 10 aprile, invece, omaggerà i pappagalli animati con un Rio Day. Giornata tutta in 3d con anteprima dei primi 5 minuti di Rio. Saranno i bambini i critici più qualificati per giudicare Rio. Sono un pubblico esigente e merita fiducia. Cosa che Rio sembrerebbe non dargli.

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