Rogue, la recensione del film horror di Greg McLean

La trama trae ispirazione dalla vera storia dell'enorme coccodrillo Sweetheart, che si dice attaccava molto spesso le barche in Australia

Rogue recensione

Uno squalo che si aggira nelle acque indisturbato, pronto ad attaccare chiunque arrivi nel suo territorio. Un coccodrillo famelico che dà insistentemente la caccia alle sue prede per poi nasconderle nella sua tana. Sono questi i principali protagonisti del B-movie horror, un filone tanto spaventoso quanto avvincente, che da sempre appassiona e terrorizza milioni di spettatori. Se Lo squalo di Steven Spilberg è diventato un cult ci sarà un motivo, in fondo. Rogue, film del 2007 scritto e diretto da Greg McLean, rientra in quella cerchia di film di genere degni di una visione, in quanto riesce a conciliare spirito d’avventura, horror spietato e personaggi sfruttati a dovere. La sua trama prende ispirazione dalla vera storia di Sweetheart, un coccodrillo enorme maschio di acqua salata che negli anni ’70 dicono fosse stato responsabile di ricorrenti attacchi alle barche. Rogue è disponibile su Netflix e fa parte della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma.

Rogue, la trama

Pete (Michael Vartan) è un giornalista di viaggio inviato in Australia per un reportage sul Kakadu National Park. Arrivato sul luogo, incontra la guida turistca Kate (Radha Mitchell), che sta radunando tutto il gruppo sulla sua barca per poter cominciare il percorso lungo il fiume, alla ricerca dei coccodrilli. Gli altri componenti del gruppo sono Simon (Stephen Curry), Russell (John Jarratt), Everett (Robert Taylor), Sherry (Mia Wasikowska) ed Elizabeth (Heather Mitchell), e per un po’ anche lo spavaldo Neil (Sam Worthington). Mentre stanno navigando il fiume, uno di loro si accorge di un bagliore in cielo, una richiesta di soccorso da parte di qualcuno che si trova in pericolo. A quel punto Kate decide di risalire il fiume e raggiungere il punto dove è stato lanciato il segnale, ma nel tragitto qualcosa colpisce la barca, facendola arenare vicino un piccolo isolotto in mezzo all’acqua. I problemi insorgono quando un gigantesco coccodrillo d’acqua salata, che nuota in quella palude, sta dando loro la caccia e non vuole fermarsi per nessuna ragione, poiché oramai per lui sono prede da braccare. Compito del gruppo è fare in modo che l’animale si distragga per poter raggiungere la terraferma, prima che la marea inghiottisca l’isolotto e li faccia disperdere nel fiume, dandoli in pasto al coccodrillo.

Rogue cast

Un B-horror movie da non sottovalutare

Come dicevamo in apertura, Rogue è un B-horror movie degno del suo nome. Uno di quelli che non si rovesciano nel dimenticatoio, ma che anzi meriterebbero d’essere guardati ogni qual volta si ha bisogno di una scossa potente di adrenalina, accompagnata da un’ansia crescente, che è proprio una delle chiavi dominanti di tutto l’impianto narrativo di Rogue. Se di solito sono gli squali a occupare il piccolo o grande schermo per incutere timore, oltre che alle sue vittime, anche agli spettatori (i quali il più delle volte in acqua si fanno poi suggestionare), in questo caso a creare scompiglio e un magone alla bocca dello stomaco è un gigantesco coccodrillo, che rispetto al re degli oceani può spostarsi sia in acqua che sulla terraferma, rendendo la sua minaccia molto più forte e sentita. Impedendo di conseguenza alle sue vittime di stare tranquille ovunque, aumentando la pressione su di loro.

Ed è proprio qui che McLean si diverte con il suo film, potendo spostare le sue pedine a piacimento in un’Australia paludosa ma in ogni caso incantevole e magnetica, dando modo alla sua fantasia di volare e soddisfarsi nelle dinamiche più terribili con l’animale. I suoi personaggi non sono mai al sicuro, pur incorniciati da paesaggi naturalistici mozzafiato, perché sono costante preda del coccodrillo e ogni mossa può decretare la loro morte. Il film prepara lentamente il suo pubblico a questa serie di eventi, ed è il giocare sull’attesa – spostando l’incidente scatenante verso la ventina di minuti – ad accendere subito il motore della tensione, pur non essendo accaduto ancora niente di cruciale. Mantenendo come punto fisso lo stato tensivo generale, il regista riesce così anche a costruire una storia fra i personaggi, ponendo l’accento sui diversi modi di reagire delle persone davanti alle difficoltà, e di come sia spesso difficile trovare una sintonia anche di fronte ad un imminente pericolo.

Un cast corale

E in realtà sono proprio i personaggi ad essere pilastro importante e strumento vincente di Rogue, che oltre a mostrarci sequenze d’attacco ben riuscite, con una messa in scena curata per rendere l’atmosfera cupa, tetra e angosciante al punto giusto, propone dei characters tutto sommato sviluppati bene per il ruolo, riuscendo a gestire una narrazione corale ed equilibrata almeno nei primi due atti. Merito del cast scelto, che in linea generale è in grado di restituire tutto il panico, la preoccupazione e la paura dei momenti cruciali con il coccodrillo, non lasciandosi andare ad un’interpretazione posticcia e stonata. Una performance degna di nota è quella Radha Mitchell, capace di gestire le emozioni della propria Kate e dosare le espressioni, puntando molto sullo sguardo vitreo e scioccato, sottolineando il suo timore ma anche i sensi di colpa che ha verso il suo gruppo di turisti.

Non male anche il protagonista principale, Pete, interpretato da Michael Vartan, che se nella prima parte è lasciato un po’ “all’ombra”, mescolato agli altri e quindi meno visibile, nella scena action finale dà il meglio di sé e mostra le proprie discrete doti recitative. Rogue perciò si conferma un film di genere ben costruito, che cerca di lavorare più sull’ansia dello spettatore che sullo sbigottimento usuale delle scene tipiche di lotta con l’animale, dando a volte l’impressione di essere più un thriller che un vero e proprio horror. Greg McLean non si può dire non abbia fatto un buon lavoro, forse avrebbe dovuto allungare di più alcune vicende adrenaliniche per rendere il film più armonioso, ma guardando ad altri prodotti ben peggiori, di questo non ci si può lamentare.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
rogue-horror-greg-mcleanCon Rogue McLean si diverte molto. Il coccodrillo, potendosi spostare sia in acqua che sulla terraferma, fa sì che il regista possa muovere le sue pedine a piacimento, in un'Australia paludosa ma in ogni caso incantevole e magnetica, dando modo alla sua fantasia di volare e soddisfarsi nelle dinamiche più terribili con l'animale. I suoi personaggi non sono mai al sicuro, pur incorniciati da paesaggi naturalistici mozzafiato, perché sono costante preda del coccodrillo e ogni mossa può decretare la loro morte. La tensione e il generare l'ansia nel pubblico sono le due missioni di McLean, e tutto sommato riesce nel suo intento.