I peggiori giorni, recensione del film di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno

Il film del duetto Bruno/Leo esce in sala il 14 agosto

I peggiori giorni recensione

I peggiori giorni arriva in sala il 14 agosto. Suddiviso in quattro episodi, come il suo predecessore I migliori giorni uscito il primo gennaio di quest’anno, è di nuovo scritto e diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno con il supporto, alla sceneggiatura, di Beatrice Campagna, Salvatore Fazio, Andrea Bassi, Marco Bonini, Gianni Corsi e Herbert Simone Pagani.

 

I peggiori giorni, la trama

Questa volta a scandire il dramma della magra esistenza umana, è ancora un quartetto di festività cruciali e durante le quali si sfodera inevitabilmente il meglio di sé. Il Natale è l’unica a dare seguito al precedente capitolo, riprendendo il cast con i tre fratelli interpretati proprio dai due registi e Anna Foglietta, con Renato Carpentieri nel ruolo del papà. Gli altri tre Peggiori giorni del titolo sono invece il Primo Maggio, Ferragosto e Halloween, mentre ne I migliori si trattava di Capodanno, San Valentino e l’8 marzo. Ma poco importa, in effetti, perché il risultato scoppiettante e (all’occorrenza) delirante non cambia.

Le prime due storie sono curate da Leo e le altre da Bruno. Di nuovo il gruppo di attori coinvolto è stellare e nutritissimo da performance eseguite in maniera completa e a tutto tondo (Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Neri Marcorè, Ricky Memphis, Anna Ferzetti, Rocco Papaleo, Giovanni Storti), a partire dalle giovani leve che si vedono a Ferragosto e Halloween (Sara Baccarini in particolar modo).

Il tempo che scorre scandito dai giorni “peggiori”

Il concetto alla base di queste tanto temute ricorrenze è sempre lo stesso: ci sono delle specifiche date nell’arco dell’anno che ritmano lo scandire del tempo, conducono a delle inevitabili riflessioni e arrestano la frenetica corsa della routine quotidiana lasciando che l’ondata di tutti gli irrisolti piombi alle spalle come una valanga. E quello che accade è tendenzialmente spinto dalla paura di perdere qualcosa: certezze, comodità, reputazione, dignità. Così viene a galla l’egoismo in ogni sua forma più bieca oppure, in qualche occasione, l’amore.

L’intenzione dei registi e sceneggiatori è molto chiara, e l’idea di strutturare il film in quattro distinte situazioni agevola la parte estetica prendendo l’eco di una certa magnifica filmografia italiana degli anni ’60 e, alla fine, l’effetto è interessante. Anche perché è indubbio il gusto per la messa in scena accompagnato dalla bravura della recitazione di tutti.

Il problema, forse, riguarda proprio la scelta dello sviluppo degli eventi e il modo in cui la tensione cresce progressivamente, che in ciascuno episodio tende ovviamente all’amaro in modo diverso. Ma le parti dirette da Leo, pur nella loro chiarezza d’intenti, scadono lentamente nella banalità palesando quasi da subito la direzione che prenderà l’intreccio, rischiando di annoiare tremendamente lo spettatore e offuscare la bella resa dei protagonisti e con essa anche lo stesso messaggio che vuole trasmettere.

Le ultime due storie hanno un maggiore piglio dal punto di vista del ritmo narrativo, Massimiliano Bruno alterna lo stile di racconto sfruttando le musiche e usando il grottesco non solo nel contenuto ma anche giocando con le angolazioni di ripresa e il montaggio.

i peggiori giorniUna sola intenzione per due film

Lo scopo del progetto delle due pellicole non è superficiale, anzi. Parte dal bisogno di riflettere profondamente sull’insensatezza di abitudini, gesti, ritualità, convenzioni svuotate dai significati relazionali che avevano in origine e che subiscono oggi tutta la stanchezza di doverismi accumulati senza sosta. Ma la difficoltà sta nel dover prestare molta attenzione alle sfumature scelte per portare in scena un argomento. Qui i due registi restano intrappolati nella sbrigatività di descrivere delle storie, allegandone battute e dei tentativi di sarcasmo, ma senza utilizzare ciò che più di ogni altro mezzo il cinema possiede: la potenza delle immagini, anche e soprattutto quando silenziose. Ne avrebbe guadagnato tutto, specialmente i temi trattati.

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RASSEGNA PANORAMICA
Samanta De Santis
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