Roubaix, une lumière, recensione del film di Arnaud Desplechin

Presentato al Festival di Cannes 2019, il film esce in sala il primo ottobre 2020, distribuito da No.Mad Entertainment.

Roubaix, une lumière recensione

Arriva al cinema dopo il passaggio in concorso a Cannes 2019 Roubaix, une lumière, il film diretto da Arnaud Desplechin che ci porta nella cittadina della sua infanzia e, mai come in questo caso, la racconta attraverso parole e suggestioni, ma soprattutto con un tono indulgente di chi conosce i luoghi e l’umanità, e la spiega, la racconta e la perdona con le parole del suo protagonista, il commissario commissario Daoud, interpretato da Roschdy Zem.

 

Roubaix, une lumière è la storia di questo uomo di legge, che durante la notte di Natale vaga per Roubaix, piccola cittadina della Francia settentrionale in cui è cresciuto e che oggi è considerata uno dei luoghi più pericolosi di tutta la Francia. Daoud cerca di risolvere un caso di omicidio insieme al nuovo arrivato, Louis Coterelle (Antoine Reinartz). Un’anziana signora, è stata rinvenuta brutalmente assassinata e le uniche interrogate sono due giovani donne, vicine di casa della vittima, Claude e Marie, povere e sole, che vivono di furti e, forse, anche di atti violenti, per andare avanti.

Roubaix, une lumière, una città, mille storie

Roubaix, une lumière è una fotografia della comunità povera e disagiata della città in cui lo stesso regista è cresciuto, ma parlando di un pezzo della sua vita, Desplechin non si accanisce contro la cattiveria dell’uomo, né contro il degrado e la povertà che imperversano in città, ma anzi si immerge proprio in quelle povertà, con uno sguardo attento indagatorio eppure benevolo verso l’umanità protagonista del film.

La città è la protagonista assoluta del film, lo è attraverso i volti, gli interrogatori, gli alterchi trai due investigatori che rappresentano volti così differenti di uno stesso lavoro, di una stessa realtà. E Desplechin racconta tutto con un ritmo da inchiesta, prendendo il fatto di cronaca (o i fatti di cronaca, visto che l’omicidio dell’anziana signora è solo l’ultimo e il più grave delitto che viene compiuto) e analizzandolo con una precisione di regia e dialoghi che caratterizzano un tipo di cinema più analitico che poco ha in genere che spartire con un abbraccio così sentito e umano ad una città difficile.

Delitto e castigo

L’indagine del regista non si limita solo ai fatti che vengono raccontati, ai testimoni, ai sospetti, ma anche ad un tracciamento della linea della colpa e del pentimento, una sorta di indagine umana alla ricerca di quel terreno comune in cui la colpevolezza non si può imputare perché tocca tutti, chi più chi meno. Desplechin ha uno sguardo indulgente, paterno verso la città che gli ha fatto da madre, e così Roubaix, une lumière diventa quasi una lettera d’amore in cui si tengono ben presenti i difetti e le macchie dell’amata, verso la quale però non si può smettere di provare un sentimento forte e puro.

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