Scream VI: la recensione del nuovo film della saga slasher

Il sesto capitolo dell'amata saga slasher si rinnova grazie ad un nuovo contesto e a nuove regole, spaventando e coinvolgendo ma ovviamente senza dimenticare la lezione dei suoi predecessori.

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Regola numero uno: Scream è una saga ora, dunque tutto va pensato più in grande. Regola numero due: accade sempre l’opposto di ciò che ci si aspetta. Regola numero tre: nessuno è al sicuro, i personaggi storici sono carne da macello ma anche quelli nuovi sono sacrificabili, perché ciò che conta è l’universo narrativo. Se nel 1996 il primo Scream ha notoriamente codificato una serie di regole del genere horror, Scream VI si propone ora di fare altrettanto in epoca di saghe, franchise, sequel, remake, reboot, spin-off, prequel, requel e chi più ne ha più ne metta. Questo sesto capitolo, diretto come il precedente da Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin e in sala dal 9 marzo, porta dunque avanti il terrore evocato da Ghostface e i discorsi metacinematografici propri della serie slasher.

 

Portare avanti sì, ma con quel tanto di elementi inediti che permettano alla saga di evolversi, condizione indispensabile per sopravvivere nella continua evoluzione dell’industria cinematografica statunitense. La prima e più importante novità è dunque l’addio alla storica Woodsboro come location della storia. Ci troviamo invece ora a New York, la città che non dorme mai, dove le sorelle Sam (Melissa Barrera) e Tara Carpenter (Jenna Ortega), insieme ai gemelli Chad (Mason Gooding) e Mindy Meeks (Jasmine Savoy Brown) tentano di avere una vita tranquilla dopo gli orrori vissuti nel precedente film. Ma anche stavolta saranno raggiunte dalla follia di un nuovo Ghostface, il quale metterà subito in chiaro che la nuova città comporta anche nuove regole.

Scream VI, dalla città alla metropoli

I fan della saga di Scream sanno bene quanto sia importante il contesto di Woodsboro all’interno di questa. Il passaggio dall’iconica cittadina alla metropoli New York è dunque stato senza dubbio l’elemento che più di altri ha suscitato una certa curiosità nei confronti di Scream VI. Un cambiamento che non solo è indicativo della necessità di rinnovamento della saga, pronta ad uscire dai confini in cui ha sempre vissuto fino ad ora, ma che preannuncia anche nuove possibilità per percorsi futuri. Una novità dunque coerente con le odierne richieste che l’industria rivolge a questo tipo di saghe. New York diventa dunque il nuovo teatro degli orrori perpetrati da Ghostface, qui libero di muoversi tra vicoli bui, negozi, metropolitane e ogni altra sorta di luogo affollato.

Risultano dunque particolarmente forti le scene ambientate in tali contesti, tra cui quella nella metropolitana, di cui un assaggio si è già avuto con il trailer. Tra primi piani, luci intermittenti, inquadrature tremolanti e la folla in cui ci si può abilmente nascondere, ecco che tale momento diventa senza dubbio uno dei più iconici del film, in cui l’ambiente newyorkese viene ben sfruttato per generare quel senso di tensione dato dal trovarsi in un luogo dove il pericolo può arrivare in ogni momento e da ogni direzione. Non sempre nel film la città viene adeguatamente sfruttata, ma se dovessero esserci altri film di Scream e dovessero essere ambientati sempre a New York, ci sarà certamente modo per esplorarla meglio.

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Melissa Barrera, Jenna Ortega, Jasmine Savoy Brown e Mason Gooding in una scena di Scream VI.

Il passato e il futuro di Scream VI

Il cambio di location non è però la sola novità. Il quinto capitolo, uscito lo scorso anno, lo ha anticipato e questo sesto ne è la manifestazione ancor più vigorosa: Scream è pronto ad un ricambio generazionale. Una nuova generazione di personaggi è stata introdotta nel precedente film e questo nuovo è addirittura il primo a non vantare l’eroina storica della serie, ovvero la Sidney Prescott di Neve Campbell. Il passaggio di testimone sembra dunque essere stato completato, proponendo ora agli spettatori una nuova fase della saga che mantiene sì i legami con il proprio passato, ma allo stesso tempo, come già detto, è pronta a nuove regole, anche a costo di tradire quelle precedentemente in vigore.

Anche a tal proposito è indicativo il modo in cui Scream VI rifletta su tutti i passati Ghostface, fino a risalire a all’iconico Billy Loomis, padre di Sam e Tara. Il film non può fare a meno di tenere in considerazione le proprie origini, presentandocele concretamente in un cinema/museo che diviene luogo quantomai simbolico. Al di fuori di esso, ciò che viene offerto agli spettatori è dunque tanto una continua riflessione metacinematografica sulla saga di Scream stessa quanto un andare contro quelle che sono le aspettative di chi guarda. Il film ironizza dunque su sé stesso, sull’attuale industria cinematografica e sulle abitudini del pubblico, decisamente diverso da quello che accolse il primo capitolo nel 1996.

Più violenza, più sangue, più malvagità

“Tutta la serie va a rotoli dal quinto film in poi”, afferma uno dei protagonisti di Scream V, giudicando l’ennesimo Stab, la serie di film nel film. Ora che il quinto capitolo di Scream è stato superato e questo sesto è pronto ad arrivare in sala, si può tirare un sospiro di sollievo: la serie non è andata a rotoli… per ora. Questo perché Bettelli-Olpin e Gillett si dimostrano nuovamente profondi conoscitori della materia e capaci di darvi forma in modo da soddisfare sia chi è in cerca di violenza e sangue sia chi è invece più interessato alla detective story, nel tentativo di individuare l’assassino prima dei protagonisti.

Scream VI si dimostra dunque un film ricco di buona tensione, umorismo e che anche se non può rinunciare ai classici jumpscare trova per lo meno il modo di renderli più gradevoli e meno forzati. Non mancano certe ingenuità nella scrittura, compensate però da sequenze capaci di far realmente trattenere il fiato allo spettatore. I due registi si rivelano dunque decisivi nella buona riuscita di questo nuovo capitolo. Sarà l’ultimo? Considerando le novità introdotte è difficile crederlo, ma per lo meno le direzioni accennate sembrano lasciar presagire ad un futuro sempre più cupo, violento e, soprattutto, imprevedibile.

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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
scream-vi-recensione-jenna-ortegaIl sesto capitolo della saga di Scream guarda con attenzione ai propri predecessori, introducendo però una serie di novità, tanto nell'ambientazione quanto nelle sue regole, che gli conferiscono un certo fascino. Si tratta di un film che porta a compimento un vero e proprio ricambio generazionale e che così facendo è libero di aprirsi a nuove possibilità e prospettive future. Come per il precedente capitolo, infine, anche per Scream VI i due registi si rivelano decisivi nella costruzione e nella buona riuscita del film.