The Bay: recensione dell’horror di Barry Levinson

Arriva al cinema The Bay il nuovo film horror diretto da Barry Levinson e prodotto dalla Blumhouse Productions.

 

Nella baia di Chesapeake, la piccola cittadina di Claridge si appresta a festeggiare il suo 4 di luglio, giorno dell’indipendenza. Pic-nic sulla spiaggia, allegre famiglie chiassose, bambini con lo zucchero filato oltre all’immancabile gara di “chi mangia più granchi!?”.

Sì perché Claridge è una cittadina turistica che basa la sua ricchezza proprio sulle tante risorse e attività provenienti dall’acqua e che all’acqua sono legate. Ma sarà proprio dalla baia che un oscuro e misterioso pericolo sarà pronto ad emergere e che nel giro di poche ore getterà l’intera comunità nel terrore e nella disperazione più assoluta.

The Bay è un horror movie, diretto da Barry Levinson, che uscirà nelle sale italiane a partire dal prossimo 6 giugno 2013. Un film che sperimenta un modo non del tutto nuovo di fare cinema il quale si basa su una serie di accorgimenti tecnici finalizzati a ottenere un effetto amatoriale ed iperrealistico. Inquadrature ottenute da ventuno piattaforme digitali, utilizzando camere a mano, fotocamere point and shoot oltre agli immancabili e-phone. Levinson ha voluto conferire al suo film le sembianze di un documentario, lasciando allo spettatore il dubbio o l’illusione se i fatti raccontati siano reali o meno.

The Bay, il film

The Bay racconta la lenta ed inconsapevole discesa nel terrore e nella paura di una tipica e tranquilla cittadina del Maryland, la più classica e convenzionale realtà di provincia americana. Gli inutili ed inascoltati avvertimenti di due allarmati oceanografi, i quali tempo prima avevano riferito al sindaco preoccupanti relazioni sul livello di tossicità della baia, non sono serviti a nulla per prevenire la catastrofe. La causa di tutto è un battere killer, “l’isopode mangia lingua”, che a causa dei rifiuti carichi di steroidi di una vicina azienda di pollame, arriva a crescere a dismisura nel giro di poche ore. Precedenti perdite di un vicino reattore nucleare, depositi chimici accumulati sul fondo della baia e la negligenza di chi aveva il compito di intervenire sono il cocktail letale che ha permesso al micidiale isopode di insediarsi e crescere nei corpi di coloro entrati in contatto con l’acqua della baia. Prima terribili irritazioni, vesciche e piaghe quindi, una volta adulto, l’azione erosiva dell’isopode che procura terribili mutilazioni e sventramenti.

Esasperando i fatti com’è giusto che faccia un horror movie, The Bay intende raccontare una storia che appaia il più realistica possibile e che, proprio per la sua aderenza con la realtà, riesca a terrorizzare ed inquietare ancora di più lo spettatore. Si può forse leggere, tra le righe della sceneggiatura scritta da Michael Wallach, una certa denuncia ambientalista riferita alle terribili conseguenze a cui potrebbe portare il continuo e costante disprezzo dell’ecosistema da parte dell’uomo, ma la scelta di cause reali o quantomeno verosimili si spiegano indubbiamente con la volontà di fare un film “paurosamente” credibile.

Il risultato è parzialmente raggiunto, nel senso che sequenze dal forte impatto emotivo di certo non mancano ma il taglio forse eccessivamente documentaristico dato al film, lo alleggerisce dalla giusta e necessaria dose di tensione. Inoltre non sono poche le lacune narrative che tolgono credibilità alle vicende narrate e questo è il limite più grosso di un film che proprio sull’effetto “reality” pone il suo punto di forza.

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