The Strangers 2: prey at night, recensione del film

The Strangers 2

Esce il 31 maggio The Strangers 2, sequel di un horror indipendente che aveva ottenuto un buon successo di pubblico nel 2008 e che vedeva come protagonista Liv Tyler.

 

Il regista del primo capitolo – Bryan Bertino – cede il posto a Johannes Roberts, preferendo calarsi nei panni dello scrittore e ideando la sceneggiatura di The Strangers 2 assieme a Ben Ketai.

Ispirato, così dice la didascalia iniziale, a una storia vera, il film vede il ritorno dei tre killer mascherati – Dollface, The PinUp Girl e The Man in the Mask – che stavolta prendono di mira una famiglia formata da padre, madre, fratello e sorella adolescenti. A nulla servirà chiamare aiuto né tanto meno comprendere le ragioni di tale persecuzione.

Nel 2008, The Strangers si era rivelato una buona pellicola “low budget” (per i canoni statunitensi), andando incontro al favore di pubblico e critica. La storia manteneva un basso profilo, mantenendo costante la tensione e scansando abilmente gli eccessi inutili. La buona resa risiedeva anzitutto nel non dare troppe spiegazioni, limitandosi al sapiente uso di un’unica location e di due ottimi attori protagonisti.

The Strangers 2: Prey at Night non cambia troppo le carte in tavola rispetto al suo predecessore. Nessuno ci spiega (e per fortuna) chi siano o da dove vengano i tre killer mascherati. E il sangue scorre a fiumi, per gli amanti del genere.

Tuttavia il seguito di The Strangers è un film che non regge. Le piccole modifiche apportate ad una storia copia-incolla fanno evidentemente la differenza. La location claustrofobia del primo capitolo (una sciatta camera di Motel) funzionava benissimo nel rendere il senso di oppressione di una Liv Tyler braccata e chiusa dentro da tre psicopatici. In questo caso invece la vicenda si sposta continuamente tra un container abitativo e la vegetazione limitrofa, dove degli attori ai limiti del ridicolo scappano senza sapere bene cosa fare.

Non c’è convinzione recitativa nel cast di The Strangers 2, che pure annovera nomi del calibro di Christina Hendricks (Mad Men) e Martin Henderson (Grey’s Anatomy). E la “Scream Girl” di turno, Bailee Madison (Un ponte per Terabithia, Non avere Paura del Buio), non sembra molto in parte.

Film come The Strangers indagano quella paura dell’ignoto, e degli sconosciuti, che è argomento attualissimo e fonte di ispirazione di molti pellicole degli ultimi anni (basti pensare alla saga di The Purge – La Notte del Giudizio, o a The Invitation). Ma in questo caso ci troviamo di fronte ad uno dei prodotti minori, dove sebbene si mantenga una certa aura di mistero (“Perché lo fate?” chiederà la protagonista ad uno dei killer, che risponderà laconico “Perché no?!”), non c’è mai vera tensione.

Il fan service c’è e si vede nelle citazioni palesi (e pretenziose) di grandi classici del genere horror come Scream e Non Aprite Quella Porta, passando ovviamente per Funny Games che molto probabilmente è all’origine dell’intera opera.

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