Toilet recensione

Iniziato durante le Notti di Cinema di Piazza Vittorio, a Roma, continua tra Milano e Monza il tour del piccolo grande one man show estivo di Gabriele Pignotta, autore, regista e protagonista di Toilet, film distribuito dalla Vision Distribution, che lo presenta insieme alla Fenix Entertainment. Una trasposizione riuscita – e adattata per il grande schermo – dello spettacolo teatrale dell’artista romano, da tempo attivo su diversi piani e progetti che in questa occasione sembra trovare una ottima sintesi tra le sue tante anime.

 

Dopo le precedenti regie di Ti sposo ma non troppo e Ötzi e il Mistero del tempo, più “quattro cortometraggi, sette spot televisivi, un documentario e otto programmi televisivi”, stavolta la forma del “dramedy” – come lo definisce lo stesso Pignotta – si presta a un intrattenimento capace di indurre lo spettatore a chiedersi “quanto tempo dedichiamo alle cose importanti?” o dove ci stia portando “la corsa sfrenata al successo e all’affermazione di noi stessi”. Ma soprattutto a permettere al poliedrico interprete di regalare al pubblico delle arene divertenti prologhi ed epiloghi recitati dal vivo che se non aggiungono troppo alla rappresentazione cinematografica, la arricchiscono in maniera unica.

Un’Odissea in poco spazio

Il protagonista di Toilet, sempre al telefono, come tanti di noi, è Flavio Bretagna, colto nel giorno più importante della sua vita, almeno professionale. Un fondamentale appuntamento di lavoro lo attende, ma tra le telefonate dei clienti, i messaggi vocali della segretaria e le chiamate dell’ex-moglie, durante il viaggio il nostro finisce per perdere la via. Senza accorgersene, sbaglia strada e arriva in una piccola area di servizio abbandonata. Dove rimane chiuso nella toilette, solo, isolato. Sempre al telefono, e a distanza, senza sapere bene dove si trovi, dovrà ora trovare la soluzione, uscire di lì e cercare di non perdere l’occasione che rischia di sfuggirgli. Come anche molte delle persone che fanno parte della sua vita, a partire dalla figlia, della quale si avvicina il compleanno.

Toilet – Pignotta & friends

Per un film caratterizzato da una sostanziale unità di tempo e spazio per tutti i suoi 90 minuti, era fondamentale riuscire a mantenere il ritmo, e vivo l’interesse. E al netto di qualche inevitabile flessione nella messa in scena o di un faticoso mantenimento della sospensione dell’incredulità – solo a tratti, e dovuto soprattutto alla capacità del Bretagna di mantenere un aplomb irreale e a rari momenti in cui sembrano aprirsi minime crepe nella coerenza interna del racconto – l’avventura del nostro eroe arriva fino in fondo.

E noi con lui. Anche con l’aiuto di famose voci fuori scena, come quelle di Francesco Pannofino (è il maresciallo dei Carabinieri nel quale ripone le speranze il povero Flavio), Lillo Petrolo (l’amico e socio disperato Roberto) e Vanessa Incontrada, già con il filmmaker nel tour teatrale di Scusa sono in riunione… ti posso richiamare? e nel suo film del 2014. Guest star importanti, ma ben gestite e calibrate dal regista e sceneggiatore, abile anche nella scelta del commento e del sostegno ‘non parlato’ affidato alle musiche di Stefano Switala.

- Pubblicità -