Transformers 3: recensione del film con Michael Bay

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Ci hanno sorpreso e conquistato con il primo episodio, ma ci hanno deluso e ferito con il secondo capitolo (fracassone e pessimo). Transformers 3 aveva quindi l’arduo compito di ricondurre gli appassionati del franchise a “casa”. Questa terza apocalisse robotica targata Michael Bay in parte ci riesce, coinvolgendo lo spettatore nel miglior 3D sino ad oggi realizzato dopo Avatar.

 

L’evoluzione che la stereoscopia, quella vera, ha avuto è sorprendente: dimenticatevi le immagini piatte e buie dei vari blockbuster che hanno ingannato un tutti, cambiando solo il costo del biglietto. Transformers 3 padroneggia questa tecnica in un modo senza precedenti, aiutata da una regia molto più spettacolare del secondo episodio, e da una sceneggiatura attenta a veicolare le immagini attraverso una drammatizzazione ricercata. Le interminabili sequenze del secondo film, fatte di noiosi scontri a fuoco, sono qui ridotte al minimo, mentre viene data più attenzione allo sviluppo dei nodi narrativi che man mano incontriamo nel racconto.

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Tuttavia, pur essendo un gradino sopra il secondo capitolo, Transformers 3 rimane molti passi indietro per brillantezza di dialoghi ed ironia rispetto all’ineguagliato Transformers 1. Il tentativo, che pervade tutta la prima parte del film, di inserire elementi comici, non viene portato a compimento, forse anche a causa dell’utilizzo non troppo entusiasmante del personaggio di John Turturro, che in passato aveva regalato momenti di autentica comicità.

Transformers 3

In Transformers 3 è ancora Decepticon vs Autobot

Transformers 3 è un giocattolo di azione, effetti speciali  e montaggio serrato che diverte a più riprese. Inoltre c’è il tentativo di dare più spazio alla componente umana: i soldati e i protagonisti infatti sono molto più presenti anche nelle scene di battaglia tra i giganti androidi, tanto da riuscire ad abbattere loro stessi molti dei Decepticon. I valori tipicamente americani sono ancora una volta impersonati nella figura carismatica di Optimus Prime, che si batte con tenacia per la libertà e la sopravvivenza del genere umano. Da antologia la sequenza in cui Megatron distrugge la statua di Abraham Lincoln per prendere il suo posto, seduto sulla poltrona di pietra. Il capo dei Decepticon diventa così una specie di attentatore, un terrorista, che distrugge l’immagine del presidente americano che più di tutti ha lottato per l’uguaglianza dei suoi cittadini, usurpandone il posto e manifestando la sua volontà di stabilire il caos nel mondo.

Non potevamo infine spendere due parole per la tanto pavoneggiata Rosie Huntington-Whiteley, sostituta di Megan Fox. Più che della sua performance da donna oggetto, bella e indifesa, dovremo lamentarci del modello femminile che Bay ci propina da un paio di film a questa parte. Fortunatamente la bella Rosie, oltre alle gambe, ha anche presenza scenica e carisma, e riesce a disegnare abbastanza bene il suo personaggio. Ruoli abbastanza riusciti sono invece quelli di altre due new entry, di tutt’altro calibro: Frances McDormand e John Malkovich danno il loro sostanzioso contributo al film, portando una lezione di recitazione in un film dove a recitare (per la maggior parte del tempo) ci pensano gli effetti speciali. Transformers 3 è un giocattolone con cui divertirsi, un ottimo spettacolo d’intrattenimento, forse eccessivamente lungo ma in linea con gli standard del blockbuster estivo.

Sommario

Transformers 3 è un giocattolone con cui divertirsi, un ottimo spettacolo d’intrattenimento, forse eccessivamente lungo ma in linea con gli standard del blockbuster estivo.
Francesco Madeo
Francesco Madeo
Laureato in Scienze Umanistiche-Cinema e in Organizzazione e Marketing della Comunicazione d'Impresa è l'ideatore di Cinefilos.it assieme a Chiara Guida e Domenico Madeo.

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