Tutto può accadere a Broadway, recensione: il ritorno frizzante di Peter Bogdanovich alla commedia sofisticata

Abbiamo visto Tutto può accadere a Broadway di Peter Bogdanovich, una commedia sofisticata dal sapore classico che diverte con eleganza e un cast in perfetta sintonia.

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Con Tutto può accadere a Broadway (She’s Funny That Way), Peter Bogdanovich torna dietro la macchina da presa dopo un’assenza durata quasi dieci anni, firmando una commedia dal sapore classico che guarda con nostalgia alla stagione d’oro del cinema americano. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e interpretato da un cast brillante – Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Kathryn Hahn e Rhys Ifans – il film è un omaggio dichiarato alle screwball comedy hollywoodiane degli anni Quaranta, aggiornate con il ritmo e la leggerezza del cinema contemporaneo.

La commedia degli equivoci secondo Bogdanovich

Tutto può accadere a Broadway

La storia ruota attorno ad Arnold Albertson (Owen Wilson), regista teatrale di successo che arriva a New York per mettere in scena la sua nuova produzione a Broadway. La protagonista dello spettacolo è la moglie Delta (Kathryn Hahn), accanto al vanitoso divo Seth Gilbert (Rhys Ifans). Una sera, solo in hotel, Arnold decide di concedersi un momento di evasione e chiama un servizio di escort. Gli viene inviata una giovane e affascinante ragazza, Isabella “Izzy” Patterson (Imogen Poots), aspirante attrice dal cuore ingenuo. Tra i due nasce un’intesa spontanea e, colpito dal suo candore, Arnold decide di regalarle 30.000 dollari con una sola condizione: smettere di prostituirsi e inseguire il sogno di diventare attrice.

Da qui prende forma una catena di equivoci irresistibile: Izzy, ormai determinata a cambiare vita, si presenta ai provini per lo spettacolo diretto da Arnold, ritrovandosi a recitare proprio accanto alla moglie del regista. Da quel momento gli intrecci sentimentali, le coincidenze e le bugie si moltiplicano fino a costruire un vortice comico in cui tutti – produttori, attori, critici e amanti segreti – finiscono per svelare le proprie fragilità.

Il risultato è una commedia elegante e spensierata, costruita con la grazia e il ritmo che hanno reso celebre Bogdanovich. Tutto può accadere a Broadway gioca sul classico meccanismo del malinteso, ma lo fa con una consapevolezza che trascende la semplice farsa. L’equivoco, infatti, diventa un pretesto per rivelare le contraddizioni dei personaggi e, insieme, per riflettere sull’arte stessa del teatro e del cinema, dove realtà e finzione si confondono continuamente.

Un ritorno alle origini del cinema e dell’amore

Bogdanovich – che ha firmato capolavori come L’ultimo spettacolo e Paper Moon – torna con questo film al suo primo amore: la commedia sofisticata. Ma, diversamente dai suoi modelli classici, Tutto può accadere a Broadway non si limita a riprodurre uno stile: lo rielabora con ironia e auto-coscienza. C’è una malinconia di fondo dietro la leggerezza, un senso di perdita che accompagna la risata. Il regista racconta un mondo teatrale in cui tutti fingono, amano e tradiscono con la stessa passione, dove la recita non si spegne mai nemmeno fuori dal palcoscenico.

Sul piano visivo, il film brilla per ritmo e compostezza: i dialoghi sono serrati, la macchina da presa danza tra gli attori con eleganza, e ogni inquadratura respira di un romanticismo vintage. La fotografia calda di Yaron Orbach e la colonna sonora jazz contribuiscono a restituire un’atmosfera di raffinata leggerezza, un po’ come se Ernst Lubitsch incontrasse Woody Allen nel cuore di Manhattan.

La vera forza del film è nella sua delicatezza: in un’epoca di commedie sboccate e ciniche, Bogdanovich costruisce un mondo dove l’ironia nasce dalla confusione e non dalla cattiveria. Tutto può accadere a Broadway non vuole scandalizzare, ma divertire, e lo fa con eleganza, offrendo una comicità d’altri tempi capace di far ridere senza bisogno di volgarità o stereotipi.

Il cast: armonia e brillantezza

Il film si regge su un cast perfettamente assortito. Owen Wilson restituisce ad Arnold la goffaggine e l’imprevedibilità del classico “gentleman in crisi”, muovendosi con la naturalezza di chi sembra nato per il ruolo. Imogen Poots, vera rivelazione della pellicola, è un turbine di energia e spontaneità: con i suoi grandi occhi e l’accento marcatamente newyorkese, dona a Izzy una dolcezza irresistibile che conquista fin dal primo incontro. La sua interpretazione riesce a mantenere l’equilibrio tra ingenuità e furbizia, rendendo il personaggio vivo e tridimensionale.

Jennifer Aniston si diverte a interpretare un ruolo sopra le righe, quello della terapeuta nevrotica, mettendo in mostra un’ironia graffiante che ricorda i suoi momenti migliori in Friends. A completare il quadro, Kathryn Hahn e Rhys Ifans, entrambi perfettamente calati nei toni surreali e sopra le righe del racconto.

La chimica tra gli attori è impeccabile, e Bogdanovich ne sfrutta la naturale comicità per costruire scene corali dal ritmo impeccabile. Non mancano cameo esilaranti – tra cui quello dello stesso regista – che aggiungono un tocco metacinematografico a un film già intriso di rimandi e citazioni.

Un omaggio al cinema come sogno collettivo

Sotto la superficie brillante, Tutto può accadere a Broadway è anche una dichiarazione d’amore al cinema stesso. La vita dei personaggi è una messinscena continua, un palcoscenico in cui si recita per sopravvivere e amare. Ogni dialogo, ogni gag, ogni scambio di sguardi riflette la visione di Bogdanovich: il cinema come spazio di incontro tra realtà e fantasia, dove anche l’errore o il malinteso diventano parte del gioco.

Pur non essendo il suo lavoro più originale o profondo, il film rappresenta un ritorno sincero e affettuoso di un autore che ha segnato la storia del cinema americano. Con un tono leggero ma non superficiale, Bogdanovich riesce a ricordarci che la commedia può ancora essere intelligente, elegante e umana.

Tutto può accadere a Broadway
3.5

Sommario

Una commedia sofisticata, divertente e nostalgica che celebra il teatro, il cinema e la bellezza dell’equivoco. Bogdanovich ritrova il ritmo e l’eleganza di un tempo, sostenuto da un cast perfetto e da un’irresistibile Imogen Poots.

Francesco Madeo
Francesco Madeo
Laureato in Scienze Umanistiche-Cinema e in Organizzazione e Marketing della Comunicazione d'Impresa è l'ideatore di Cinefilos.it assieme a Chiara Guida e Domenico Madeo.

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