Un Castello in Italia: recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi

Un Castello in Italia

Valeria Bruni Tedeschi, con toni altalenanti sospesi tra dramma e commedia ci racconta il suo Castello in Italia, storia autobiografica che si stacca poi dalla contingenza personale per diventare una ricerca della felicità, della fede e della propria strada in una vita che fatica a incanalarsi nella giusta direzione.

 

In Un Castello in Italia Louise è una nobile decaduta, ha intorno a sé una madre, signora vecchio stampo che però è ben consapevole delle difficoltà economiche in cui versa la sua famiglia, e un fratello, Ludovic, malato di AIDS a cui lei è legatissima. Il loro castello a Castagnato Po, in Piemonte, deve essere venduto, perché le spese di mantenimento sono troppo alte, ma la nobile famiglia, che ormai conserva la nobiltà solo nel nome, non riesce a staccarsi dai beni materiali, ricordo di un passato glorioso e di un padre defunto. Louise incontra Nathan, un affascinante giovane attore, preso da lei in maniera ossessiva, che allo stesso tempo però entra in crisi quando il desiderio di maternità della donna lo allontana. Ma mentre tutto sembra perduto, e Louise sembra dover rinunciare alla sua vita di madre, qualcosa può ancora accadere, in un finale sospeso verso un futuro che promette felicità.

Un Castello in Italia

Valeria Bruni Tedeschi, regista, sceneggiatrice e protagonista del film, mette molto della sua vita in Un Castello in Italia, a partire dagli attori coinvolti, tra cui spiccano la sua madre sullo schermo Marisa Borini, madre anche nella realtà, e il suo compagno Louis Garrel, nel ruolo di Nathan. Con loro c’è Filippo Timi, straordinario interprete del nostro cinema che a scapito del suo aspetto da omaccione cupo e forte, dimagrisce 18 chili per entrare in un personaggio schizofrenico e complesso, delicatissimo.

Un Castello in Italia, raccontando grandi dolori però non sceglie un tono, e spesso la tragedia genera la risata, il ridicolo, il non voluto, in un continuo gioco con lo spettatore ridendo per il ridicolo rappresentato in scena si trova comunque di fronte a situazioni dolorose ed estreme, quasi maniacali. In un contesto così delicato, l’approccio al film è quindi fondamentale per scegliere se osservare tutto in religioso silenzio o invece stabilire una distanza tra noi e i personaggi del film, una distanza che ci permette di riderne a cuor leggero.

un castello in italia recensioneUn Castello in Italia quindi è un film dal racconto incerto, che ruota intorno ad un personaggio che a sua volta gira come in un’orbita planetaria intorno ad altri personaggi/pianeti; emozioni, reazioni, sentimenti e anche la grande sofferenza sembrano scoppiare d’improvviso, senza una graduale costruzione, risultando ancora una volta incerti. Senza un tono che ne coordina i vari e complessi sentimenti messi in scena, Un Castello in Italia rimane un film limitato, che lascia interdetti e insoddisfatti.

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