
Con una straordinaria semplicità Asghar Farhadi conferma le sue doti di narratore dopo About Elly, e con Una separazione descrive con discrezione e ritmo lento e cadenzato l’introdursi della confusione nelle vite più normali. La differenza di classe, la fede cieca nella religione, la convinzione dei legami e allo stesso tempo dei limiti che un posto ci impone, costriuscono un quadro perfetto, bilanciato da una macchina discreta ma investigativa e da un dialogo serrato, soprattutto nella seconda parte, che coinvolge lo spettatore tenendolo ancorato alla narrazione.
Il film, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino e dell’Orso d’Argento per la migliroe performance maschile e femminile, mostra con didascalica semplicità ma con estrema franchezza la differenza sociale, la percezione del mondo attraverso la fede e l’impossibilità completa di un occhio occidentale di comprendere le dinamiche intime che muovono i personaggi verso una direzione piuttosto che un’altra.
Un finale che sembra quas disturbare lo spettatore irrompe proprio quandoquest’ultimo avrebbe voluto sapere di più, capire come sarebbe finita e saziare quella fame che Farhadi con tanta sapienza è riuscito a stimolare.

