The Zero Theorem: recensione del film di Terry Gilliam

The Zero Theorem

Ogni volta che Terry Gilliam mette mano ad una nuova storia, i suoi fan cominciano un forsennato conto alla rovescia per vedere sul grande schermo l’ultima (sicuramente) folle fatica del loro beniamino. L’ultima volta l’abbiamo visto a Roma, quando ha presentato al pubblico del Festival Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, mentre oggi è stato a Venezia per la 70esima edizione del Festival del Lido per presentare The Zero Theorem, suo ultimo film con protagonista uno straordinario Christoph Waltz.

 

La trama di The Zero Theorem

In The Zero Theorem Qohen Leth è un eccentrico e solitario genio dell’informatica che vive in un imprecisato futuro e soffre di una profonda angoscia esistenziale. Sotto il controllo diretto di una misteriosa figura nota solo come “Il Management”, Qohen lavora senza sosta per risolvere lo “Zero Theorem”, un problema matematico che potrebbe finalmente rivelare se la vita ha un qualche significato e senso. Il lavoro solitario svolto dall’uomo nella cappella abbandonata dove abita viene interrotto dall’arrivo di Bainsley, una giovane bellissima donna, e di Bob, il figlio adolescente del Management.

The Zero TheoremUn vorticoso sfavillio di colori

Un vorticoso sfavillio di colori, luci, scenografie e costumi sfarzosi colpiscono i nostri occhi, in contrapposizione con l’austerità della vita del protagonista che si svolge tra l’eccentricità del suo lavoro e la sua cupa e innegabilmente angosciante abitazione. Tuttavia, pur mostrando sempre in primo piano l’attenzione alla messa in scena, il film si riduce ad essere una riproposizione un po’ stanca e meno vibrante di quel capolavoro, ad oggi inbattuto, che è Brazil.

Gilliam mette tanto di sé in The Zero Theorem, e una eccessiva complessità della trama e forse la riverenza dovuta al personaggio faranno dire a molti che si tratta di un grande film, come se un grande regista non possa sbagliare mai un colpo. Chi scrive non è della stessa opinione: Terry Gilliam non è solo forma e in questo film la sua follia artistica in genere incanalata verso qualcosa di più alto, si riduce ad una colorata messa in scena. Fortuna che il protagonista Christoph Waltz offre sempre una gran bella occasione per vedere sullo schermo una grande performance.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Chiara Guida
Articolo precedenteVenezia 70 Palo Alto con James Franco
Articolo successivoMan of Steel 2: Kevin Smith difende Ben Affleck
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
the-zero-theorem-terry-gilliamGilliam mette tanto di sé in The Zero Theorem, e una eccessiva complessità della trama e forse la riverenza dovuta al personaggio faranno dire a molti che si tratta di un grande film, come se un grande regista non possa sbagliare mai un colpo.