#RomaFF12: Scott Cooper con Rosamund Pike e Wes Studi presentano Hostiles

Hostiles

Scott Cooper, con i suoi attori Rosamund Pike e Wes Studi, hanno aperto la Festa di Roma 2017, dodicesima edizione, con Hostiles, nuovo western del regista americano che racconta una storia di bene, male, vendetta e redenzione ambientato nelle pianure del centro america, nel 1892, quando i nativi erano quasi tutti sterminati e i restanti prigionieri o predoni.

 

Una storia che racconta quindi il rapporto con il diverso, in un’attualità che sembra pericolosamente ricordare quel periodo. Cooper almeno non può fare a meno di sottolineare come, dallo scorso novembre (dall’elezione di Trump), gli USA siano diventati sempre di più simbolo di una separazione razziale, che cresce di continuo.

Ma il punto di vista “interno”, ovvero di un attore come Wes Studi, che, nativo americano, ha lasciato il segno a Hollywood, interpretando grandi film nel corso degli anni, tra cui L’Ultimo dei Moicani, fino ad Avatar, è leggermente diverso: “Per noi è la continuazione di un processo di adattamento che continua a procedere. Il film parla alla contemporaneità e al passato, ma spero sarà che non così anche per il futuro.”

Protagonista femminile è Rosamund Pike, resa celebre dallo straordinario ruolo di Amy Dunne in L’Amore Bugiardo. L’attrice inglese interpreta una donna che ha perso tutta la sua famiglia a causa dei Comanche e che intreccia il suo cammino e il suo destino con quello per personaggio di Christian Bale, capitano Joseph J. Blocker.Hostiles rosamund pike

“Quello che Scott ha scritto era reale – ha cominciato Rosamund – quindi mi sono basata solo sulla vita. Il mio personaggio si trova ad intraprendere un viaggio tremendo, perdite incolmabili. Quando la incontra il capitano Blocker, non ha più voglia di vivere. E quindi la cosa interessante è stata trovare per lei una nuova ragione per vivere, che potesse essere la fede, la connessione con la sofferenza di un altro, scoprire quanto puoi sopportare quando scopri che la vendetta non è soddisfacente. Il mio personaggio vede e capisce, testimonia e cresce molto.”

In quest’ottica, secondo la Pike, la sua donna non è solo forte quando imbraccia un fucile, ma soprattutto quando si fa carico di essere colei che ricorda al protagonista che è un uomo buono, quando è lei a mandare via l’oscurità dalla sua vita.

E sul potere che le donne hanno sul futuro e sulla società? La Pike è lapidaria e terribilmente attuale: “Abbiamo visto cosa possono causare le donne, quando collaborano.”

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