Frozen – Il regno di ghiaccio: intervista a Chris Buck e Jennifer Lee

A Roma per presentare l’ultimo film d’animazione della Disney , Frozen Il Regno Di Ghiaccio , sono arrivati i due registi creativi Chris Buck e Jennifer Lee e il produttore Peter Del Vecho.

 

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La storia di Frozen è ispirata dalla favola classica di Hans Christian Andersen “La Regina delle Nevi”, come mai avete deciso di dare nuova vita a questa storia?

Jennifer Lee : ” Quello che ci piaceva era la contrapposizione tra amore e negatività e amore e paura. Il personaggio di Gerda ha ispirato la nostra Anna, un personaggio che combatte contro la negatività. Ma poi ci siamo allontanati da questa storia in particolare perché il personaggio della Regina delle Nevi era troppo cattiva ed era una figura troppo vaga per noi. “

Ma la tradizione dei Classici Disney è piena di personaggi cattivi, qual era il problema con La Regina delle Nevi, che in Frozen è rappresentata da Elsa?

Jennifer Lee : “Quando abbiamo iniziato ad esplorare questo personaggio abbiamo capito che sarebbe stato bello cambiare un po’ le cose. Ne abbiamo visti tanti di personaggi cattivi e basta, noi volevamo un personaggio più complesso, meno lineare. Volevamo un personaggio più imprevedibile piuttosto che il classico binomio buono/cattivo.”

Interviene Chris Buck rivelando una curiosità dietro alla scrittura del personaggio: “All’inizio Elsa era realmente più cattiva, ma dopo che fu scritta la canzone Let It Go, abbiamo deciso di riscrivere il suo personaggio. Quella canzone ha cambiato quasi completamente la nostra visione di Elsa : per la potenza e il significato di quei versi, Jen ha quasi dovuto riscrivere totalmente il primo atto. Così è diventato un personaggio che lo spettatore riesce ad avere più a cuore.”

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E’ un classico avere anche un corollario di comprimari buffi e divertenti, che sono le vere colonne portanti della storia, e con Frozen troviamo il pupazzo di neve Olaf…

” Si Olaf è stata una bella sfida. Chris se l’è inventato e tutti lo hanno amato da subito. Ma per me era difficile inserirlo nella storia di Anna e Elsa:  ho insistito molto che dovesse essere pertinente per la storia, rilevante e non solo un personaggio divertente. Quando abbiamo capito come inserirlo, abbiamo capito che Olaf era perfetto per rappresentare l’amore puro delle due sorelle.” risponde Jennifer Lee.

Frozen si va ad inserire nel filone della tradizione dei Classici Disney, come ci si sente a farne parte?

Chris Buck afferma “E’ un onore lavorare per i Walt Disney Animated Studios e continuare a raccontare le favola. Io sono cresciuto con i classici e il mio preferito è Pinocchio.”  e Jennifer Lee conferma: “Avevamo sentito che addirittura Walt Disney in persona volesse lavorare sul soggetto de La Regina delle Nevi e quindi sono più che onorata di averci potuto lavorare. Sono anche contenta del fatto di esser riusciti a realizzare nel 2013 un film che mantiene un tocco classico ma in cui è facile ritrovarcisi oggi.”. Conclude Peter Del Vecho, produttore della Disney : “Quello che noi vogliamo è raccontare storie, non necessariamente realistiche, ma storie credibili. Vogliamo avvolgere gli spettatori con queste storie.”

La Principessa Anna fa parte di quel filone di Principesse Disney coraggiose e sicure di sé, da regista donna, come vede questo cambiamento?

“Crescendo con la Disney ho amato le eroine Disney. Però erano realizzate per i tempi che erano, noi invece siamo registi nel 2013 e amiamo creare personaggi più contemporanei. Preferiamo personaggi incasinati e buffi, non più perfetti e precisi.Non era un cambiamento pianificato, semplicemente abbiamo adattato le principesse a come siamo noi donne oggi.” risponde Jennifer Lee, prima regista donna nella storia dei lungometraggi della Walt Disney Animation Studios. “Quando sono entrata a far parte della Disney non sapevo ci fosse questo problema di troppi registi maschi e non penso se ne debba fare un problema. Ma credo che avere un equilibrio in termini numerici di registi uomini e donne abbia aiutato a creare personaggi più bilanciati. E il mondo dell’animazione ha merito in questo senso, perché ad esempio nei film sono rimasti un po’ indietro a livello di equilibrio di visione di certi personaggi.”

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