Effetti Collaterali: recensione del film di Steven Soderbergh

Effetti Collaterali

Arrivala al cinema distribuito da M2 Pictures Effetti Collaterali, il nuovo film dell’acclamato regista Steven Soderbergh e con protagonisti Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Vinessa Shaw.

 

In Effetti Collaterali Emily (Rooney Mara), Penelope contemporanea, attende da un lustro il rilascio dell’amato Martin (Channing Tatum), ricchissimo compagno condannato al carcere per Insider Trading. Quando però il marito torna a casa, la moglie, anziché provare una felicità sconfinata per il nido ricostituito, cede ad una fortissima depressione che, in breve tempo, la conduce ad un tale stato di sconforto da tentare il suicidio con la sua auto.

Sopravvissuta all’impatto miracolosamente illesa, la protagonista si affida quindi alle cure di un noto psichiatra, Jonathan Banks (Jude Law), che, dopo un confronto con la precedente analista di Emily, Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones), prescrive alla paziente degli antidepressivi. Gli psicofarmaci, però, nonostante facciano tornare la ragazza ad uno stato di normalità momentanea, provocano degli inaspettati e pericolosi effetti collaterali, che travolgono le vite di Emily, dei suoi amati e soprattutto di Banks.

I soli a non restare travolti da nulla sono invece gli spettatori, che, dopo la visione del film, rischiano di avere come unico effetto collaterale un po’ di sonnolenza. La confezione di Effetti Collaterali, ultimo lavoro di Steven Soderbergh, nonostante si presenti ineccepibile, visivamente interessante e curata fin nell’ultimo dettaglio, resta una scatola vuota.

Il thriller è solo accennato, i moventi che dovrebbero portare i personaggi ad agire sono pretestuosi e deboli, l’analisi e la critica alla società americana, depressa e dipendente da psicofarmaci, non toccano quasi la sensibilità dello spettatore, poiché sondati non con la grazia del regista ma con la freddezza del chirurgo.

Anche nel trattare le patologie della mente umana, territorio oscuro e misterioso per eccellenza da cui il cinema ha tratto innumerevoli spunti realizzando capolavori come Psycho o Shutter Island (solo per citare due titoli molto noti), Soderbergh non riesce ad essere meno patinato di una copertina di Vogue. Scivolando leggero sulle brutture del mondo grazie ad inquadrature perfette, angolazioni ricercate, panoramiche a rallentatore e soggettive spiazzanti, il regista rischia ad ogni passo di cadere, vittima del proprio perfezionismo.

Questo tratto distintivo, unito alla sceneggiatura non del tutto convincente di Scott Z. Burns, contribuisce a fare di Effetti Collaterali un film poco incisivo e poco emozionante. Una nota di merito, però, va certamente all’ottima interpretazione di Jude Law nei panni dello psichiatra detective e alla scelta non convenzionale di accompagnare le scene più forti con musiche minimal. Decisamente un film per chi, alla suspence, preferisce l’apparente bellezza senza nei. Nelle sale dal 1° Maggio.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Marta Pirola
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Marta Pirola
Laureata in Televisione, Cinema e Produzione Multimediale presso l'Università IULM di Milano dal 2009. Amante del cinema e delle parole da sempre.
effetti-collaterali-di-steven-soderberghEffetti Collaterali un film poco incisivo e poco emozionante. Una nota di merito, però, va certamente all’ottima interpretazione di Jude Law nei panni dello psichiatra detective e alla scelta non convenzionale di accompagnare le scene più forti con musiche minimal.